Accessibility Act, cos’è e perché cambia le regole dei siti web

Verso un web più inclusivo: come adeguarsi all’Accessibility Act 

Navigare sul web non è per tutti. Sebbene si discuta molto sul tema dell’inclusività, la realtà dei fatti è che ancora oggi molti siti presentano barriere che impediscono alle persone con disabilità di fruire dei contenuti proposti in modo davvero efficace. 

Per risolvere questo problema, e garantire a tutti gli utenti la possibilità di comprendere e avvalersi dei contenuti e dei servizi online con pari opportunità, il Parlamento Europeo ha messo a punto una normativa che segna una tappa importante nel percorso verso l’accessibilità digitale nell’UE. 

La Direttiva UE 2019/882, nota come European Accessibility Act (EAA), e recepita dall’Italia a maggio 2022, entrerà in vigore il 28 giugno 2025. Mirerà, in particolare, a mettere ordine in un panorama digitale frammentato, delineando un quadro normativo unificato a cui dovranno attenersi tutti i Paesi membri dell’UE, per far sì che l’accessibilità dei siti web non sia più un’eccezione, ma la prassi. 

A tal fine sono stati definiti a livello giuridico i requisiti minimi di accessibilità di prodotti e servizi per renderli fruibili dalle persone diversamente abili.  

Quali soggetti dovranno adeguarsi all’European Accessibility Act?

In base alle disposizioni, a partire dal 28 giugno 2025, le aziende dovranno garantire l’accessibilità di tutti i prodotti e servizi di nuova commercializzazione. I soggetti interessati dalla normativa sono quindi tutti gli operatori economici che erogano prodotti o servizi digitali, anche se con alcune eccezioni specifiche:

  • Versioni precedenti di applicativi. Le versioni già in uso di applicativi sviluppati prima dell’entrata in vigore dell’Accessibility Act sono escluse, a meno che non subiscano modifiche significative.
  • Terminali self-service. I fornitori di servizi che utilizzano terminali self-service beneficiano di un periodo di adeguamento più lungo, data la complessità di implementare soluzioni tecnologiche nei tempi previsti.
  • Microimprese. Le imprese con meno di 10 dipendenti e un fatturato annuo inferiore a 2 milioni di euro possono essere esentate in caso di “onere sproporzionato”,  ovvero qualora dimostrino che i costi di adeguamento risultano eccessivi rispetto ai benefici o alterano profondamente la natura del prodotto o servizio. Le aziende che intendono avvalersi della deroga sono chiamate a documentare la sussistenza dell’onere sproporzionato e a conservare tale attestazione per i successivi 5 anni, rendendola disponibile per eventuali controlli. Al termine del quinquennio la documentazione dovrà essere rinnovata, salvo variazioni del prodotto o del servizio.

Ma quali sono in particolare le categorie di prodotti e i servizi digitali che dovranno essere adeguate all’Accessibility Act? Ecco una panoramica dettagliata:

  • Hardware e software informatici. I sistemi hardware come computer, tablet, smartphone e relativi sistemi operativi.
  • Terminali self-service e interattivi. Terminali utilizzati per servizi bancari, trasporti pubblici, comunicazione elettronica e accesso ai media audiovisivi.
  • Servizi di comunicazione elettronica e media audiovisivi. Piattaforme di streaming, telefonia, e-mail e messaggistica.
  • E-reader e software collegati. Dispositivi per la lettura digitale e i relativi programmi.
  • Servizi bancari. Inclusi gli sportelli automatici (ATM) e i servizi di home banking.
  • Commercio elettronico (e-commerce). Siti web e piattaforme di shopping online, per garantire un’esperienza accessibile a tutti gli utenti. Gli e-commerce dovranno assicurare che ogni fase della navigazione, dalla scelta dei prodotti al pagamento, sia accessibile e utilizzabile anche da persone con disabilità, rendendo i contenuti fruibili tramite tecnologie assistive come screen reader.
  • Servizi di emergenza. Sistemi per la raccolta e la gestione delle comunicazioni al numero di emergenza 112.

Queste categorie rappresentano il cuore delle disposizioni previste, ma i dettagli specifici potrebbero variare in base alle interpretazioni nazionali e agli aggiornamenti delle linee guida tecniche.

Ecco in che modo l’Italia si sta preparando all’applicazione dell’EAA

L’Italia ha avviato il percorso di adeguamento all’European Accessibility Act (EAA) recependo la Direttiva UE 882/2019 attraverso il Decreto Legislativo 82/2022, un passo significativo per promuovere una società digitale più inclusiva. Questo decreto non solo conferma l’impegno del Paese nell’eliminare le barriere digitali, ma amplia e aggiorna il quadro normativo esistente, definendo requisiti chiari per garantire che i prodotti e i servizi digitali siano disponibili anche per le persone con disabilità.

Uno degli interventi più rilevanti riguarda l’aggiornamento della Legge 4/2004, nota come Legge Stanca, che fino ad oggi regolamentava l’accessibilità dei siti web della pubblica amministrazione e delle aziende private con fatturati superiori a 500 milioni di euro annui. Con il nuovo decreto, l’ambito di applicazione è stato esteso e arricchito, includendo una gamma più ampia di prodotti e servizi digitali, con l’obiettivo di renderli fruibili in modo autonomo e indipendente.

Accessibility Act: gli standard che rivoluzioneranno l’esperienza digitale

I nuovi standard introdotti si basano sulle Web Content Accessibility Guidelines (WCAG), il riferimento internazionale per l’accessibilità dei contenuti web. Tra i requisiti principali figurano:

  • Testi alternativi per immagini, che consentono alle persone con disabilità visive di comprendere i contenuti visivi tramite descrizioni testuali.
  • Sottotitoli e trascrizioni per contenuti multimediali, indispensabili per chi ha disabilità uditive.
  • Navigazione da tastiera, fondamentale per chi ha difficoltà motorie.
  • Contrasto visivo adeguato, per garantire la leggibilità del testo anche a chi ha problemi visivi.
  • Messaggi di errore chiari, che semplificano la compilazione di moduli e la navigazione.
  • Struttura coerente delle pagine, che facilita l’accesso alle informazioni.

Questi requisiti, tra l’altro, migliorano l’usabilità complessiva dei siti, offrendo un’esperienza digitale più inclusiva e intuitiva per tutti.

Come puoi adeguarti all’European Accessibility Act? È facile se ti affidi a MGvision!

Rendere un sito web o un servizio accessibile, oltre ad essere un obbligo di legge rappresenta anche un’importante opportunità per le aziende. 

Attualmente, si stima infatti che circa il 20% degli utenti abbia difficoltà a fruire in modo completo dei contenuti digitali, per via di limitazioni fisiche o culturali. In base al caso specifico possono risultare non accessibili contenuti testuali, immagini, documenti scaricabili, app, podcast o qualsiasi altro tipo di contenuto.

Va da sé quindi che, attraverso l’utilizzo di strumenti di tecnologia assistiva, è possibile coprire un pubblico più ampio di utenti ed espandere quindi la propria nicchia di mercato. 

Inoltre, poiché i motori di ricerca tendono a favorire i siti web accessibili migliorandone il posizionamento, essere aggiornati sotto questo aspetto, può favorire la visibilità di un’azienda online: un vantaggio strategico anche per le microimprese, che al momento sono esentate dagli obblighi dell’EAA.

È importante sottolineare che la mancata conformità alle normative sull’accessibilità digitale può portare a sanzioni significative, con multe fino al 5% del fatturato e altre penalità amministrative e disciplinari. La creazione di un sito web accessibile o l’adeguamento di un sito esistente alla normativa è un lavoro che richiede tempo e un investimento significativo, ma per molti brand rappresenta anche l’occasione per costruire una solida reputazione online e per incrementare la fiducia del proprio pubblico di riferimento. 

Se devi adeguare i tuoi prodotti o servizi all’EAA, hai ancora qualche mese di tempo prima dell’entrata in vigore della normativa, ma ti suggeriamo di non aspettare l’ultimo momento. Definire subito un piano strategico, infatti, è fondamentale per evitare ritardi che potrebbero non solo esporre la tua azienda a delle multe, ma anche comprometterne la credibilità.

Invece di considerare l’adeguamento come un obbligo, trasformalo in un’occasione da sfruttare a tuo vantaggio. Affidandoti a professionisti qualificati, potrai rispettare le nuove linee guida in tema di accessibilità e, al contempo, rendere i tuoi prodotti e servizi più fruibili e inclusivi per tutti.

MGvision è al tuo fianco per aiutarti a raggiungere questi obiettivi: dopo un’accurata analisi tecnica, individueremo le aree critiche da ottimizzare e ti proporremo soluzioni personalizzate per allineare il tuo sito, i tuoi servizi e i tuoi prodotti alle disposizioni dell’Accessibility Act, suggerendoti ulteriori interventi per rendere l’esperienza utente più gradevole e la navigazione sul tuo portale ancora più fluida ed intuitiva. Il nostro team di esperti, inoltre, potrà studiare per te delle strategie di marketing efficaci finalizzate a raggiungere nuovi clienti e annunci pubblicitari inclusivi, nel rispetto della legge sui mercati digitali. Scopri tutti i nostri servizi e contattaci se vuoi ricevere maggiori informazioni.

Che differenza c’è tra marketing multichannel e omnichannel?

Il marketing che conquista il mercato: ecco la differenza tra multichannel e omnichannel 

Dalle vetrine agli smartphone, il modo di fare shopping è cambiato radicalmente. Oggi, prima ancora di entrare in un negozio, molti consumatori hanno già deciso cosa acquistare, confrontando online prezzi o modelli e leggendo recensioni. Questa trasformazione impone ai negozi tradizionali e ai grandi brand una riflessione strategica: come adattarsi al comportamento di acquisto digitale e valorizzare le opportunità offerte da questa evoluzione?

I consumatori di oggi desiderano non solo convenienza, ma vogliono anche vivere esperienze d’acquisto gratificanti. Spaziano fluidamente tra negozi fisici e canali online, interagendo con app, siti e touchpoint digitali. Ciò rende indispensabile per le aziende sviluppare un approccio integrato e flessibile, capace di sfruttare al massimo i canali di comunicazione e di vendita, adattandosi alle preferenze del proprio pubblico.

In questo scenario, la distinzione tra strategie di marketing multichannel e omnichannel è fondamentale: saperle riconoscere e applicare può contribuire a rispondere in modo efficace ai bisogni dei clienti e a migliorare la customer experience. Sebbene questi due approcci possano sembrare simili, infatti, le differenze sono sostanziali. Scopriamo insieme le peculiarità di ognuno e quale strategia può  supportare meglio il successo del tuo brand.

Omnichannel VS multichannel marketing: le due strategie a confronto

La strategia omnichannel mira a ottimizzare l’esperienza del consumatore utilizzando in modo integrato e sinergico molteplici canali di comunicazione, sia online che offline. 

L’obiettivo è proporre al cliente un’immagine del brand ben definita e coerente, per garantire un’esperienza di vendita personalizzata e soddisfacente a prescindere dal canale utilizzato, che sia fisico, come il retail, o il call center, oppure online come App, social media, sito web, e-commerce.  

Il focus di questa strategia è quindi il cliente e il suo percorso di acquisto, che diviene fluido e senza ostacoli, attraverso una coerenza online e in-store. 

La gestione integrata dei canali di contatto con i consumatori è alla base della strategia omnicanale. Tutte le informazioni veicolate dall’azienda, come le caratteristiche dei prodotti, i prezzi, le opzioni di acquisto e le modalità di spedizione, devono infatti essere coerenti tra loro sui vari canali di comunicazione scelti. 

L’immagine del brand, sia online che offline, deve risultare chiara, riconoscibile e trasmettere unicità. 

Un innegabile vantaggio della strategia omnichannel è il fatto che consente di inviare al cliente comunicazioni personalizzate grazie allo scambio di informazioni tra i vari touchpoint con i quali il consumatore entra in contatto. Un esempio concreto può essere quello di un cliente che si reca in negozio per utilizzare uno sconto ricevuto tramite l’app.

Anche la strategia multichannel prevede l’utilizzo di più canali per entrare in contatto con il consumatore, ma senza che vi sia alcun tipo di interazione o scambio di comunicazioni tra loro. Ogni canale, che si tratti di negozio fisico, App o e-commerce, opera in modo autonomo e indipendente e la conseguenza è che l’esperienza del cliente può variare in base al canale scelto. Le promozioni e la disponibilità dei prodotti possono ad esempio essere differenti se il cliente conclude un acquisto tramite il sito o presso il negozio fisico. 

Il vantaggio di questa strategia è che l’azienda riesce ad essere presente su molti canali, aumenta la sua visibilità e riesce a raggiungere un pubblico molto ampio. Per contro, l’approccio multichannel non consente di raccogliere dati utili a profilare i comportamenti dei clienti e può inoltre essere difficile gestire più canali singolarmente. 

La principale differenza tra marketing multichannel e omnichannel risiede quindi in un approccio diverso alla gestione della customer experience, cambia cioè il modo in cui l’azienda interagisce con il cliente. Mentre la strategia omnichannel mira a rendere qualitativamente superiore l’esperienza di acquisto offerta al cliente, la strategia multichannel si concentra sul maggior numero di canali di interazione. 

La scelta dell’approccio migliore dipende dalle esigenze dell’azienda, la strategia multichannel può essere un buon punto di partenza per le aziende che mirano a diversificare i canali di vendita, ma ragionando nel lungo periodo la strategia omnicanale è la soluzione migliore per incrementare le vendite e aumentare le fidelizzazioni poiché offre ai clienti un’esperienza di acquisto più completa e soddisfacente. 

Comunicazione e marketing omnichannel: ecco quali sono i benefici per le vendite

Il marketing omnichannel ha rivoluzionato il modo in cui le aziende si rapportano ai consumatori. Offrire un’esperienza di acquisto personalizzata e perfettamente integrata su tutti i touchpoint si rivela un approccio conveniente per i clienti, ma anche per le aziende, ecco alcuni dei vantaggi:

  • Migliora la customer experience. L’esperienza del cliente è uniforme qualsiasi canale scelga, dal sito allo store fisico. L’azienda inoltre può interagire con i clienti in modo diretto e attraverso diversi canali, inviando loro comunicazioni personalizzate, ad esempio rispondendo a richieste giunte via social o tramite l’assistenza online di un e-commerce. Maggiore attenzione e più assistenza, migliorano l’esperienza di acquisto dei clienti invogliandoli, quindi, a fare nuovi acquisti in futuro.
  • Aumenta la fidelizzazione dei clienti. La strategia omnicanale offre ai consumatori una possibilità di scelta molto ampia nel momento in cui devono portare a termine il loro processo di acquisto, ciò consente di soddisfare un maggior numero di persone che di conseguenza si legano al brand. In base ad una ricerca condotta dalla società di analisi di mercato Aberdeen Group, le aziende che adottano una strategia omnichannel riescono a fidelizzare l’89% dei clienti, il tasso di fidelizzazione scende invece al 33% per le aziende che non si affidano alla stessa strategia. 
  • Viene ottimizzato il processo di vendita. I diversi canali, integrandosi a vicenda, incrementano le possibilità di vendita e permettono anche di raccogliere dati utili per profilare i clienti, conoscere le loro preferenze e proporre di conseguenza prodotti e servizi in linea con i loro interessi.  La strategia omnichannel consente di comunicare in modo fluido e sinergico con i clienti semplificando e ottimizzando il processo di vendita. Un esempio pratico può essere quello di un cliente che nota un prodotto su Instagram e lo acquista sul sito web usufruendo di una promozione online pubblicizzata tramite il social. 

Come definire una strategia di marketing omnichannel e a chi rivolgersi?

Possiamo quindi affermare che il marketing omnicanale è una strategia vincente per essere competitivi sul mercato, ma all’atto pratico, cosa deve fare un’azienda per strutturare un’attività di questo tipo?

Ecco alcune regole fondamentali da rispettare:

  • Definire degli obiettivi chiari e precisi. Individuare gli obiettivi di business da raggiungere è il punto di partenza per decidere i canali di comunicazione da sfruttare nella strategia di marketing e di conseguenza anche il tipo di messaggio da trasmettere.
  • Individuare il target di clientela. Individuare il proprio target di “clienti tipo” permette di inviare loro messaggi personalizzati, mirati, capaci di catalizzare la loro attenzione, scegliendo anche i canali giusti per farlo. Per raggiungere una determinata fascia di clientela, affidarsi solo a un sito web o a una pagina social potrebbe rivelarsi inefficace, e sarebbe utile affiancargli un marketplace. L’importante è comunque che i canali siano ben integrati tra loro, per permettere all’utente finale di acquistare i prodotti, o rivolgersi all’assistenza, a prescindere dal canale con cui si sta interfacciando in un dato momento.
  • Monitorare dati e risultati. Analizzando i comportamenti di acquisto dei clienti e i dati delle vendite si possono raccogliere importanti informazioni per comprendere l’andamento della strategia messa in atto e capire se possa essere necessario apportare delle modifiche per raggiungere gli obiettivi prefissati.

Una customer experience smart, veloce e soddisfacente resta il vero obiettivo di una strategia di marketing omnichannel. Migliorando l’esperienza di acquisto dei clienti è possibile infatti valorizzare la brand identity aziendale e rendere il marchio noto e affidabile. 

Tra i servizi omnichannel maggiormente apprezzati dai clienti troviamo:

  • il Click & Collect, cioè il servizio che permette di ordinare online e ritirare in negozio;
  • la possibilità di controllare online se un articolo è disponibile presso lo store fisico;
  • acquistare online avendo la garanzia di poter fare un reso in negozio.

Dopo aver chiarito la differenza tra multichannel e omnichannel, potrebbe sorgere spontanea una riflessione: come mai ancora tante aziende non hanno adeguato il proprio business all’omnicanalità?

Una ricerca condotta dall’Osservatorio  Omnichannel Customer Experience del Politecnico di Milano, ha messo in evidenza che la maggior parte dei consumatori apprezza l’approccio omnicanale, eppure sono ancora poche le realtà aziendali che stanno sfruttano le potenzialità di questa strategia, in base al campione dello studio, parliamo solo del 6%. Per il 52% delle imprese i problemi sono legati alla difficoltà di adeguare il proprio sistema informatico e organizzativo alla strategia omnicanale. Questo immobilismo e questa arretratezza digitale si traducono però in una importante perdita di opportunità delle vendite. 

Se questo è il tuo caso, è arrivato il momento di rendere la tua azienda competitiva sul mercato investendo in una buona strategia di marketing che ti consenta di raggiungere risultati concreti e misurabili. Non sai come fare? Parliamone!

Richiedendo la consulenza in web marketing di MGvision puoi scoprire come migliorare la tua visibilità online e a pianificare una campagna adeguata al tuo mercato di riferimento.  Raccontaci quali sono i tuoi obiettivi e i risultati che intendi raggiungere, ti aiuteremo a individuare i canali più adatti per sostenere e incrementare il tuo business. 

Vieni a trovarci presso la nostra sede di Roma, oppure contattaci

UX writing: come impostare correttamente una thank you page

Come creare una thank you page efficace: tutti gli strumenti per aumentare le conversioni

Una semplice parola, ma dal potente significato: a volte basta un “grazie”, detto nel modo giusto e al momento opportuno, per costruire un buon rapporto con il cliente e farlo sentire apprezzato per l’azione che ha appena compiuto. 

La thank you page, o pagina di ringraziamento, rappresenta l’ultimo step di un ideale funnel di acquisto al quale gli utenti arrivano di solito tramite una landing page, una newsletter o la compilazione di un form. E proprio perché è il tassello finale a completamento di un percorso, ha un’importanza strategica.

Dire grazie all’utente per l’iscrizione, l’acquisto o il download effettuati, infatti, è molto più di una semplice formalità: in base ai dati raccolti da diverse ricerche fatte sul ruolo dei touchpoint, inclusi quelli brand-owned, le aziende che sanno come creare una thank you page efficace riescono ad aumentare significativamente il tasso di fidelizzazione dei clienti e di conseguenza le conversioni. 

Ma i risultati che si possono ottenere sono anche altri e te li illustriamo in questo articolo, insieme alle best practice che consentono di ottimizzare al massimo questa pagina e far sì che l’esperienza dell’utente sia completa e soddisfacente.

A cosa serve esattamente e come creare una thank you page?

Le thank you page non sono tutte uguali. Il loro contenuto varia, infatti, in base ad una serie di fattori, tra cui: 

  • il tipo di azione che ha compiuto l’utente e che lo ha reindirizzato sulla pagina;
  • lo step successivo che dovrà compiere.

Oltre a ringraziare l’utente per l’azione fatta e dare conferma che sia stata effettivamente registrata, questa pagina serve anche a:

  • rassicurare l’utente sulla correttezza della procedura effettuata, migliorando la sua esperienza di navigazione e creando con lui un rapporto di empatia;
  • proporre ulteriori azioni successive, come ad esempio iscriversi ai profili social dell’azienda o visitare altre pagine;
  • raccogliere altri dati, ad esempio chiedendo un feedback sull’esperienza appena vissuta. 

Una thank you page ben strutturata può trasformare un visitatore in un cliente fidelizzato, offrendo un’esperienza positiva di navigazione e di acquisto. Rappresenta anche una preziosa opportunità per coltivare la relazione con i clienti già acquisiti e spingere a compiere altre azioni come iscriversi ad una newsletter o condividere la sua esperienza sui social media.

Gli obiettivi da raggiungere possono essere diversi, in base a come viene ideata puoi quindi sfruttare le potenzialità di una pagina di ringraziamento per:

  • migliorare la brand awareness della tua azienda;
  • incrementare le vendite;
  • raccogliere feedback da parte dei consumatori;
  • effettuare delle ricerche di mercato. 

Vediamo, quindi, come creare una thank you page impostandola correttamente e quali sono gli elementi generali che non possono assolutamente mancare.

Gli elementi che non possono mancare in una thank you page efficace

Come abbiamo visto, la thank you page rappresenta l’ultimo importantissimo tassello del processo di conversione. Se vuoi trasformare questa pagina in un potente strumento di marketing devi quindi progettarla con cura tenendo bene a mente quali sono i tuoi obiettivi e il tuo pubblico di riferimento. In tutte le pagine di ringraziamento ci sono però degli elementi comuni, che non possono assolutamente mancare, ecco quali sono.

  • Messaggio chiaro e conciso. Nel decidere cosa scrivere per ringraziare un cliente è meglio scegliere parole dirette e sincere. L’utente deve comprendere quanto hai apprezzato l’azione che ha compiuto e al tempo stesso deve essere rassicurato che tutto sia andato a buon fine. Umanizzare il messaggio è una buona strategia, chiama quindi il cliente per nome e utilizza un tono di voce caldo, evitando frasi neutre.
  • Risposta all’aspettativa. Se l’utente ha compilato un form per poter scaricare un file o vedere un tutorial, è chiaro che il contenuto della pagina deve in primis rispondere alla richiesta, inserendo i documenti o i link per accedere a quanto promesso.
  • Contenuti aggiuntivi. Che si tratti di prodotti correlati a quello appena acquistato, o di articoli da leggere, puoi stimolare ulteriormente l’interesse dell’utente inserendo una call to action chiara che consente di compiere un ulteriore step che porta avanti il processo di conversione già compiuto.
  • Bottoni social. La pagina di ringraziamento è un buon mezzo per fidelizzare i clienti invogliandoli a seguire i canali social dell’azienda dove tra l’altro possono condividere l’azione che hanno appena effettuato. Questa strategia è molto efficace per aumentare la propria audience. Per spingere gli utenti a seguire le pagine social si può pensare anche ad un incentivo come ad esempio un buono sconto sul prossimo acquisto.
  • Form di iscrizione alla newsletter. Informa il cliente che può restare in contatto con l’azienda ed essere aggiornato su sconti, novità o promozioni semplicemente iscrivendosi alla newsletter. Il link da seguire deve essere accompagnato da un messaggio chiaro e ben visibile.
  • Raccolta feedback. Un breve questionario può esserti utile per conoscere meglio il tuo pubblico e capire come e in che modo migliorare il servizio. Analizzando le risposte puoi inoltre conoscere meglio il tuo target di clienti per proporre loro in futuro promozioni mirate.
  • Risorse utili e testimonianze. I clienti possono trovare utili degli articoli o dei video tutorial in cui viene spiegato come utilizzare il prodotto appena acquistato. Allo stesso modo leggere le opinioni dei clienti che già hanno provato il prodotto o il servizio li rende più sicuri dell’acquisto effettuato e aumenta la loro fiducia verso il brand.  

Ulteriori consigli per rendere più efficace una pagina di ringraziamento

Oltre a quelli che ti abbiamo elencato ci sono anche altri elementi che puoi decidere di inserire nella tua thank you page per migliorarne l’efficacia e renderla più performante alle tue esigenze,  aiutandoti a ottenere risultati in termini di visibilità o conversioni.

Per conquistare ulteriormente l’utente che ha appena compiuto un’azione specifica puoi invogliarlo a esplorare i contenuti sul tuo sito, in questo modo lo aiuterai a prendere ulteriore confidenza con il brand. Per fare questo basta aggiungere il menù di navigazione del sito nella thank you page, in questo modo l’utente che vuole approfondire un argomento saprà esattamente dove cercare. 

Un’altra idea è quella di accompagnare l’utente nella creazione di un account personale dal quale può effettuare acquisti anche in futuro. Molte aziende propongono agli utenti di registrarsi al termine della procedura di acquisto, ma questa scelta si rivela spesso infruttuosa perché i clienti hanno l’impressione di essere disturbati e preferiscono quindi abbandonare e uscire dalla pagina. Inserendo invece la possibilità di registrare un account nella pagina di ringraziamento, la procedura risulta meno fastidiosa ed è anche più veloce perché il cliente ha già inserito tutti i suoi dati per concludere l’acquisto appena effettuato.

Giocando poi sul meccanismo psicologico che ci spinge a razionalizzare il post acquisto, un’opzione interessante è quella di inserire nella thank you page un messaggio che ricordi ai clienti i vantaggi del loro acquisto, sottolineando quale sarà l’impatto positivo dell’investimento appena fatto sulle loro vite. 

Non sai come creare una thank you page? Affidati a MGvision!

Come già accennato, la pagina di ringraziamento è il passaggio finale di un processo di conversione. Ciò significa che misurando il numero di utenti che arriva su questa pagina puoi ottenere dei dati veritieri su quante conversioni hai generato. 

Oltre ai testi, per creare una thank you page efficace è necessario studiare con cura la grafica, aggiungendo anche immagini che siano intuitive e in linea con la call to action. Insieme ad un’attenta scelta dei colori e dei font è possibile realizzare una pagina capace di stimolare negli utenti un sentimento positivo, rafforzando la convinzione di aver compiuto l’azione giusta. 

La pagina di ringraziamento deve ovviamente essere collegata a un sito web o a una landing page efficace. Proprio per questo, la cosa migliore che puoi fare è affidarti a dei professionisti del web che sappiano esattamente come costruire e rafforzare la tua presenza online.  

Rivolgendoti ad MGvision hai a tua disposizione uno staff di esperti pronto a studiare per te strategie di web marketing efficaci che possono aiutarti ad attirare l’attenzione di potenziali clienti e migliorare il tuo funnel di vendita.

Scegliendo gli strumenti di web marketing giusti puoi sfruttare al meglio le potenzialità della rete e far crescere ulteriormente il tuo business.

Hai voglia di raccontarci quali sono i tuoi obiettivi? Contattaci!

5 podcast sul mondo del marketing e della comunicazione da ascoltare

Sintonizzati sul successo: ecco alcuni podcast sul marketing da ascoltare assolutamente

Vuoi potenziare le tue competenze nel marketing o desideri semplicemente esplorare questo affascinante mondo più in profondità? Se vuoi sperimentare un approccio innovativo in tal senso, i podcast sul marketing offrono un’opportunità imperdibile per accedere a contenuti aggiornati e stimolanti. 

Ma cosa si intende per podcast?

Il podcast è un contenuto audio registrato che puoi ascoltare in qualsiasi momento e in qualunque posto, anche mentre svolgi altre attività. Se individui un autore che ti ispira o un argomento che ti interessa, puoi iscriverti e scaricare le puntate pubblicate periodicamente sui tuoi dispositivi, in modo tale da ascoltarle anche offline, durante un viaggio o una sessione di sport.

Su piattaforme come Google Podcast o Spotify puoi trovare una vasta gamma di podcast sulla comunicazione e molti altri argomenti, dove degli esperti del settore condividono le loro esperienze offrendo approfondimenti unici su una grande varietà di tematiche.

Quello che hai a disposizione, quindi, è una risorsa inesauribile e preziosa per acquisire competenze che possono farti crescere professionalmente.

Come scegliere un podcast sul marketing valido e interessante

In un panorama sempre più ricco e diversificato, orientarsi nella vasta offerta di podcast disponibili sulle principali piattaforme di streaming può risultare una sfida.

Ecco quindi dei consigli per filtrare i podcast di qualità sul marketing e sulla comunicazione, selezionando quelli meglio rispondono ai propri interessi o alle proprie curiosità:

  • Circoscrivi l’argomento. Per trovare contenuti in linea con i tuoi interessi fai una ricerca per argomento e controlla i podcast che sono più popolari. Seleziona quindi quelli che ritieni possano essere interessanti, man mano ne troverai tanti altri correlati.
  • Individua il format che ti piace. I podcast possono essere realizzati in quattro diversi formati: intervista, free talk, narrative e scripted. Scegli quello che preferisci e riuscirai a individuare più rapidamente le tipologie che potrebbero interessarti di più.
  • Controlla la struttura del podcast. A caratterizzare i podcast di maggior successo è la struttura chiara, precisa e ben definita. Gli argomenti trattati devono essere elencati e riassunti in punti chiave. 
  • Valuta il conduttore. Se è una figura autorevole che conosci e apprezzi, potresti aver trovato il podcast adatto a te. Se invece non lo conosci, cerca di capire se tratta gli argomenti in modo equilibrato e con affermazioni verificabili. Anche il suo stile di conduzione, se unico e interessante, potrà fare la differenza.

5 podcast sul marketing per professionisti o appassionati del settore

Consigli, strategie efficaci, storie di successo e case study da cui partire: quali sono i podcast di maggior successo che parlano del mondo della comunicazione e del marketing? 

Abbiamo pensato di suggerirtene 5, ecco quali:

  1. Content Marketing Italia, di Alessio Beltrami. Nelle puntate del suo podcast Beltrami porta gli ascoltatori alla scoperta delle infinite possibilità e potenzialità del Content Marketing attraverso interviste e case study reali che forniscono importanti spunti di riflessione.
  2. Storie di Brand, di Max Corona. È tra i podcast più ascoltati in Italia e ha vinto anche il premio Cultura Digitale nel 2020. Senza tralasciare aneddoti e storie personali, viene raccontato in che modo i grandi brand sono arrivati al successo puntando su strategie di marketing vincenti. Grande spazio è riservato, inoltre, all’arte di emozionare attraverso lo storytelling e alla narrazione efficace.
  3. Il podcast degli imprenditori digitali, di Dario Vignali. Il CEO e cofounder di Marketers approfondisce le principali strategie di digital marketing, illustrando anche come e quando applicarle. Nel podcast Vignali regala anche preziosi spunti per lavorare sulla propria crescita personale e su quella professionale.
  4. Il podcast di Marco Montemagno. Con il nome di zio Morty, dal 2015, Marco Montemagno ha iniziato a pubblicare video su marketing e imprenditoria sui principali canali social. Il suo podcast è la trasposizione di molti di questi contenuti, che affrontano gli argomenti più disparati pur restando fedeli al tema originale.
  5. Consulenti di Web Marketing, di Alessandro Mazzù. Comunicazione online, crescita personale e strategie di web marketing: basandosi su queste tematiche Mazzù fornisce agli ascoltatori consigli pratici su come conquistare e gestire i clienti. Non mancano spunti sul Content Marketing e sul Brand Storytelling. 

Dalla teoria alla pratica: scopri le potenzialità del web marketing con MGvision

Le iniziative di web marketing che puoi mettere in atto per far crescere la tua azienda e promuovere il tuo brand sono davvero molte. 

Se vuoi capire quale strategia si adatta meglio al tuo target di clienti e ai tuoi obiettivi, la cosa migliore che puoi fare è rivolgerti a dei professionisti del settore che sappiano guidarti al meglio, partendo da un’attenta analisi dei dati. 

Richiedendo la consulenza di un’agenzia di web marketing come MGvision puoi aumentare la visibilità e la popolarità online del tuo brand e migliorare la comunicazione con il tuo pubblico grazie alla creazione di contenuti efficaci

Scopri tutto quello che possiamo fare per te: contattaci per fissare un appuntamento!

Come attirare clienti nel tuo ristorante grazie al web marketing

Strategie vincenti per ristoratori: come attirare clienti in un ristorante grazie al  digital marketing

Sei alla ricerca di idee su come attirare clienti in un ristorante? Se hai un locale già avviato e vuoi rilanciarlo, o se hai appena aperto la tua attività, quello di cui hai bisogno è una strategia promozionale efficace che riesca a intercettare il target di clienti giusto per te.

In un mondo sempre più digitale e connesso, dove immagini e recensioni fanno da preludio all’esperienza vera e propria sul posto, per riempire un locale bisogna andare ben oltre la qualità del cibo e del servizio. La capacità di attirare nuovi clienti è infatti determinata da una serie di fattori, primo fra tutti: la reputazione online

Se sei già presente in rete, ma ti sembra che questo non abbia alcun effetto positivo sul tuo business, probabilmente è arrivato il momento di “svecchiare” la tua strategia di web marketing o sceglierne addirittura una nuova. 

Vediamo quindi come attirare i clienti in un ristorante con delle azioni mirate.

Perché è importante consolidare la presenza online?

Prova ad aprire Google e fare una ricerca inserendo come parola chiave il genere di cucina che proponi nel tuo locale o la tua zona geografica. 

Il tuo ristorante compare nella prima pagina dei risultati? Se sì, perché gli utenti dovrebbero sceglierlo tra i competitor?

Se un tempo era sufficiente distribuire qualche volantino o comprare uno spazio pubblicitario su qualche giornale, oggi lo scenario è completamente cambiato. La promozione di un’attività commerciale, anche nel settore della ristorazione, passa soprattutto attraverso il web.

I clienti si affidano ai motori di ricerca e alle opinioni online per scegliere i ristoranti in cui mangiare, prediligendo quelli che hanno una presenza in rete forte e scartando di conseguenza tutti gli altri.

Oggi le prenotazioni vengono effettuate sempre più spesso tramite i canali digitali, quindi nessuna attività di ristorazione può prescindere da un sistema moderno che faciliti l’esperienza del cliente, ancora prima che arrivi nel locale. 

Se non vuoi rimanere nell’ombra è arrivato quindi il momento di consolidare la tua presenza in rete per farti notare ed emergere tra la concorrenza. 

Come attirare i clienti in un ristorante con la giusta strategia di digital marketing 

Il web marketing ci propone diversi strumenti validi per promuovere un ristorante, migliorare la sua visibilità online e intercettare il target di clienti giusto. 

Le opzioni possono essere più di una, per definire la strategia da seguire devi analizzare le statistiche e trend del momento per capire quali sono le esigenze e i bisogni del tuo target di riferimento. 

Ecco quindi quali sono alcuni dei principali strumenti che possono aiutare il tuo ristorante a migliorare la sua visibilità online allo scopo di attirare più clienti.

  1. Un sito web ottimizzato. Il sito web è il biglietto da visita del tuo ristorante ed è lo spazio dove puoi presentare i punti di forza della tua attività. Punta su un sito pulito, semplice da navigare e che sia mobile friendly, cioè fruibile anche da smartphone. Aggiungendo tra le pagine anche un blog potrai sfruttare questo spazio per far conoscere ai clienti chi sei e come lavori, presentare lo staff e mostrare attraverso belle immagini i piatti che si possono gustare presso il tuo ristorante. Il blog è anche un importante strumento di inbound marketing, utile a ottimizzare il sito in ottica SEO, per posizionarlo tra i primi risultati di ricerca. Si tratta di una strategia a lungo termine per incrementare la visibilità online rispetto ai competitor.
  2. La local SEO. Una buona idea è adottare una strategia di local SEO per geolocalizzare le ricerche degli utenti e aiutarli a trovare il tuo locale in base all’area geografica e alla proposta culinaria. Tale risultato si ottiene attraverso un’ottimizzazione tecnica del sito e mettendo in atto una campagna di Content Marketing capace di attirare l’attenzione con contenuti originali, supportati da foto e video di qualità e diffusi attraverso canali come il sito web o i social.
  3. Le campagne Google Ads. Se vuoi ottenere risultati nel breve periodo il modo migliore per aumentare la visibilità in rete del tuo ristorante è investire in una campagna di pubblicità a pagamento su Google Ads. Una campagna di advertising deve essere studiata dal punto di vista tecnico scrivendo l’annuncio in base a parole chiave specifiche, creando banner display accattivanti e decidendo una strategia di destinazione dei click. Bisogna poi monitorare nel tempo i risultati ottenuti per valutare il ROI (Ritorno sugli investimenti) e decidere come comportarsi di conseguenza, se proseguire con la campagna o modificare qualcosa. Oggi con queste campagne è possibile veicolare gli utenti direttamente sulla scheda myBusiness del ristorante, per avere più informazioni sul locale, vedere le indicazioni stradali e contattarlo. E nel caso di dubbi sull’effettiva efficacia di queste campagne, è possibile perfino scaricare un report mensile sulle chiamate ricevute grazie alla pubblicità su Google, i numeri di telefono di chi ha chiamato e la durata delle singole telefonate. In questo modo è possibile valutare con attenzione il numero di prenotazioni ottenute.
  4. Una landing page ben ottimizzata. La landing page a differenza del sito si compone di un’unica singola pagina web dove gli utenti arrivano dopo essere stati indirizzati da un annuncio di Google Ads, da un’inserzione a pagamento sui social o cliccando su un link inserito in una newsletter. I dati riportati sulla landing page sono pochi e chiari, lo scopo di questa pagina è spingere gli utenti a compiere una specifica azione come lasciare la loro e-mail, effettuare una prenotazione o ordinare pasti a domicilio. 
  5. Una buona strategia social. I social, ognuno con le proprie caratteristiche e peculiarità, sono degli ottimi spazi virtuali dove si possono incontrare potenziali clienti e fidelizzare quelli acquisiti. Attraverso la gestione strategica delle tue pagine social puoi pubblicizzare l’attività del ristorante, informare su variazioni o novità del menù oppure su eventi in corso. Puoi sfruttare le pagine anche per pubblicare i post del tuo blog, far crescere la visibilità del tuo ristorante e per dare agli utenti l’opportunità di prenotare anche attraverso questi canali.

Particolarmente efficaci sono poi i video brevi, che ritraggono piatti speciali del ristorante, ricette, atmosfere romantiche o situazioni divertenti.

Strategie di web marketing: come scegliere quella che fa al caso tuo?

Quelle che ti abbiamo elencato sono solo alcune strategie di web marketing che possono rivelarsi utili a promuovere l’immagine del tuo ristorante, aumentare la sua visibilità online e di conseguenza le prenotazioni.

Le idee su come attirare i clienti in un ristorante possono infatti essere molte altre. Un esempio è l’e-mail marketing, una strategia che prevede l’invio di newsletter periodiche ai clienti acquisiti o a quelli che lasciano i loro dati tramite i social, iscrivendosi alla landing page o dopo aver cliccato su un annuncio Google Ads. Si può anche pensare all’invio di SMS da internet o avviare collaborazioni sui social con dei food blogger.

Se vuoi far crescere il tuo business sfruttando le potenzialità offerte dal web marketing la cosa migliore che puoi fare è affidarti ad un team di professionisti che sappiano individuare i canali giusti su cui investire tempo e risorse.

Noi di MGvision possiamo studiare per te un piano strategico di azione per migliorare la reputazione online del tuo ristorante e aiutarti a conquistare nuovi clienti. Per capire se la campagna che abbiamo messo in atto è davvero efficace, monitoriamo il comportamento degli utenti in base a strumenti di web analytics avanzati che ci aiutano a comprendere quante persone arrivano sul tuo sito e da quali canali, quanti sono i click sui banner di una campagna pubblicitaria e da dove arriva il maggior numero di prenotazioni. 


Vorresti saperne di più? Richiedi la nostra consulenza di web marketing!

Comunicazione visiva: quanto contano le immagini in una strategia di marketing?

Comunicazione visiva nel marketing: come creare campagne virali sfruttando le potenza delle immagini

Chiudi gli occhi e prova a pensare ad alcuni brand famosi come Nike, Dior, Lacoste. Se riesci ad associare ad ognuno di essi almeno un logo o un’immagine, allora stai già sperimentando il potere della comunicazione visiva nel marketing.

Di certo sarà capitato anche a te di soffermarti a guardare una fotografia su internet o su un volantino, e magari proprio ciò ti ha spinto a leggere il messaggio pubblicitario accanto. Le immagini, infatti, riescono a catturare la nostra attenzione, suscitando in noi un interesse che ci invita ad approfondire. Talvolta poi, sono proprio esse stesse a raccontare tutto, senza bisogno di parole.

Oggi, questa tendenza è sempre più evidente: foto, grafiche e video vengono sfruttati per rappresentare la realtà in modo metaforico.

La comunicazione visiva risulta infatti particolarmente efficace perché si basa su un linguaggio universale che non conosce barriere linguistiche: il messaggio arriva subito, suscita emozioni e viene interiorizzato e memorizzato in modo inconscio. 

Questo avviene perché il nostro cervello impiega in media solo 100 millisecondi per processare un’immagine, un tempo davvero brevissimo durante il quale riusciamo a elaborare e memorizzare dimensioni, colori e illuminazione della foto osservata.

Non è quindi un caso che comunicazione visiva e pubblicità siano da sempre strettamente correlate, anche da prima dell’evoluzione digitale.

Comunicazione visiva e marketing aziendale: come sfruttare la forza delle immagini

La comunicazione visiva nel Digital marketing si rivela indispensabile per catturare l’attenzione degli utenti online perché consente di trasmettere il messaggio in modo più efficace e i risultati che si possono raggiungere sono sorprendenti: attraverso il messaggio visivo è possibile, infatti, consolidare la brand identity e differenziare l’attività aziendale da quella dei competitor. 

Scegliendo immagini dal forte impatto, che siano coerenti con la Vision e la Mission aziendale, è possibile trasmettere un messaggio con forza ed efficacia. Ma non solo!

Ecco quali sono i vantaggi delle immagini in una strategia di marketing:

  • le barriere linguistiche vengono superate. Le immagini possono essere comprese da persone di lingue e culture diverse, permettendo una trasmissione immediata dei messaggi.
  • I contenuti sono più chiari. Nelle pubblicità, sui social e sui blog, gli elementi visivi rendono i contenuti più diretti e coinvolgenti, invogliando la lettura. Le immagini li arricchiscono e li rendono piacevoli, con l’aiuto anche della formattazione, ovvero l’uso di grassetti, sottolineature e colori.
  • Aumentano le conversioni. Gli elementi visivi stimolano una reazione in chi li osserva, suscitano emozioni e aumentano le probabilità che gli utenti si trasformino in clienti. 
  • Migliora la brand identity. Attraverso le immagini si assottiglia la distanza tra brand e clienti e aumenta la visibilità dell’azienda.

Quali sono le basi del Visual Content marketing: perché le immagini valgono più delle parole

Le aziende e i brand si affidano sempre di più alla comunicazione visiva e al marketing per avvicinare potenziali clienti e aumentare la fiducia di quelli già acquisiti. 

Attraverso l’uso di immagini, video e infografiche, è possibile presentare in modo più efficace prodotti e servizi e creare al tempo stesso un legame emotivo con il pubblico che aumenta il coinvolgimento e l’interesse verso l’attività dell’azienda. Il Visual Content marketing si rivela quindi un’ottima strategia per incrementare l’engagement e costruire una relazione duratura con il target.

Si possono, ad esempio, creare video per illustrare il funzionamento di un prodotto o servizio, oppure grafiche digitali per progetti di comunicazione creativi. L’obiettivo è sempre quello di migliorare la capacità del brand di raccontarsi e di raccontare la sua storia, per suscitare emozioni, umanizzare l’azienda e aumentare il senso di appartenenza dei clienti ai suoi valori.

In particolare sono i 4 tipi di contenuti visivi che si possono utilizzare nella comunicazione aziendale:

  1. Immagini. Aumentano la percentuale di click su un articolo, un post o un banner pubblicitario invogliando a leggere il contenuto. Inoltre, come già accennato, gli elementi visuali migliorano la user experience rendendo più agevole la lettura dei testi.
  2. GIF. Sono fotografie animate, o video di pochi secondi che riproducono un piccolo movimento. Questo contenuto visivo ottiene un alto livello di gradimento da parte degli utenti i quali sono spesso invogliati a condividerlo. Proprio per questo le GIF si usano spesso  nelle campagne DEM, o su Facebook. 
  3. Infografiche. Sono informazioni visive grafiche che sostituiscono di fatto i testi, risultando maggiormente comprensibili dagli utenti. Si usano pertanto per rendere più semplice la spiegazione di alcuni argomenti, specialmente quando è necessario presentare dei dati.
  4. Video. Molti brand puntano sui video per rafforzare la loro identità e coinvolgere i clienti. Se ben realizzati, i video possono infatti essere percepiti più come una forma di intrattenimento che come messaggi promozionali.

Case history: 3 campagne di visual marketing di successo 

Esaminando le campagne di marketing messe in atto dai grandi brand emerge chiaramente l’utilizzo strategico dei contenuti visuali per catturare l’attenzione, orientare le decisioni di acquisto, rafforzare il brand e aiutarlo a distinguersi dalla concorrenza.  Ecco alcuni casi di successo:

  • Benetton e la campagna “You can be everything”. Se c’è un’azienda che da sempre si è distinta per il sapiente uso delle immagini a sostegno delle cause sociali e per la capacità di far emergere la propria Vision è questa. Nel 2022, per sostenere un piano di rilancio aziendale, ha lanciato, sia online che offline, la campagna “You can be everything“. Si trattava di una serie di immagini con sfondo neutro dove a spiccare erano i colori vivaci dei capi, indossati indifferentemente da uomini e donne. Un’idea semplice quanto geniale, perfetta per trasmettere un messaggio chiaro: ognuno è libero di esprimere se stesso, con le proprie ambizioni e fragilità, sempre vestendo Benetton.
  • Dove e il progetto #ShowUs.  Il brand ha da sempre sposato il messaggio della Body Positivity anche grazie a una strategia di Content marketing vincente. Nel 2009, ha realizzato #ShowUs, una delle sue campagne social di maggior impatto, pubblicando più di 5.000 immagini non ritoccate di donne di vari ceti sociali e Paesi. L’obiettivo di Dove era fornire alle donne canoni di bellezza realistici e non stereotipati, invitandole a sentirsi belle con il proprio corpo. Il messaggio è stato apprezzato e ha permesso alle consumatrici di sentirsi più legate al marchio.
  • Disney+ e Baby Yoda. Per focalizzare l’attenzione sul lancio della serie tv “The mandalorian”, ambientata nell’universo di Star Wars, e invogliare i clienti a sottoscrivere l’abbonamento alla piattaforma, Disney ha deciso di puntare su una campagna social. Per trovare un’immagine di impatto che spiccasse tra i vari contenuti ha scelto il personaggio più famoso della saga, cioè Yoda, e lo ha modificato facendolo diventare bambino. La figura è diventata un meme che è stato ricondiviso dai fan in tutto il mondo. 

Quali sono le immagini giuste per la tua campagna di marketing?

Vuoi conquistare l’attenzione degli utenti sfruttando le potenzialità del Visual Content Marketing

Come abbiamo visto, un’immagine ben studiata può veicolare un messaggio complesso nell’arco di pochi secondi e rimanere impressa nella mente, distinguendo un brand e rendendolo riconoscibile. 

In un mercato dove la concorrenza è molta, una campagna di visual marketing si rivela quindi un investimento strategico per raggiungere obiettivi di business concreti e misurabili. 

Gli elementi da considerare sono molti e nulla può essere lasciato al caso, ecco perché la cosa migliore che puoi fare è richiedere una consulenza di web marketing affidandoti a dei professionisti del settore. 

Il nostro team di esperti in MGvision può sviluppare la strategia giusta per migliorare la presenza online del tuo brand attraverso una narrazione visiva efficace.

Raccontaci quali sono i tuoi obiettivi e insieme troveremo la strada giusta per raggiungerli: vieni a trovarci presso la nostra sede di Roma, oppure contattaci!

Cosa scrivere in una newsletter? 7 idee per contenuti coinvolgenti

Cosa scrivere in una newsletter efficace: consigli utili per un perfetto copywriting

Da qualche mese invii con cadenza regolare delle mail alla tua community di clienti, ma non hai raggiunto i risultati desiderati, oppure stai pensando di sfruttare le potenzialità dell’e-mail marketing, ma non hai idea di cosa scrivere in una newsletter?

Riuscire a dialogare in modo diretto con il proprio target di riferimento è molto importante per le aziende e, nel grande panorama delle strategie di marketing che si possono mettere in atto, l’invio di newsletter è non solo il metodo più economico, ma spesso si rivela la scelta migliore per avvicinarsi al proprio pubblico, poiché aiuta a sviluppare una relazione one to one

Se impostate correttamente, le newsletter garantiscono infatti ottimi risultati, contribuendo ad incrementare le vendite e favorendo una relazione più forte tra brand e consumatori.

Si tratta quindi di uno strumento tanto semplice quanto potente, che riesce a catturare l’attenzione del target giusto e che può essere utilizzato a scopi informativi o promozionali. Proprio per questo, il suo contenuto deve essere studiato con attenzione, senza lasciare alcun dettaglio all’improvvisazione.

Vediamo quindi cosa scrivere in una newsletter affinché sia davvero efficace.

7 idee per newsletter dai contenuti efficaci e coinvolgenti

Le newsletter vengono inviate con cadenza periodica a una lista di destinatari che viene pre-costruita anche grazie ai form di iscrizione presenti nelle pagine web del sito aziendale. Analizzando vari esempi di newsletter di successo possiamo facilmente intercettare delle caratteristiche ricorrenti, prime fra tutte la semplicità e l’usabilità

Oggi, infatti, le persone sono letteralmente bombardate da una moltitudine di informazioni, il che porta a due conseguenze:

  • è difficile far emergere il proprio messaggio tra quelli dei vari competitor;
  • la soglia di attenzione degli utenti è sempre più ridotta.

Questo significa che, una volta individuato il target di riferimento e definiti gli obiettivi da raggiungere, per scrivere newsletter efficaci bisogna essere chiari e andare dritti al punto

I contenuti da inviare in un’e-mail possono essere di vario tipo: articoli del blog aziendale, informazioni sul business o promo di un prodotto o servizio. L’importante è definire in anticipo una strategia attraverso la creazione di un piano editoriale scadenzato nel tempo e che sappia sfruttare particolari eventi o periodi dell’anno, come Natale o Black Friday.

Fatto ciò, è bene pensare al testo da inviare.

Ecco quindi cosa scrivere in una newsletter per renderla, efficace e a quali elementi prestare attenzione:

  1. Il nome della newsletter. Individuare il nome giusto per la newsletter può non essere semplice, ti consigliamo però di dedicare tempo a questo passaggio per trovare un nome accattivante, semplice da ricordare e memorabile, che aiuti la tua e-mail a spiccare tra tante. 
  2. Il campo oggetto. È il primo elemento che salta agli occhi destinatari, quindi, oltre ad essere pertinente al contenuto del messaggio, deve anche essere “attraente” per incuriosire e invogliare alla lettura. Evita l’uso del carattere maiuscolo, che online è percepito come “urlato”, così come l’abuso di punti esclamativi, emoji, parole come “gratis”, “guadagnare” e CTA troppo aggressive che possono far sembrare la mail uno spam.
  3. Il pre-header. Alcune caselle di posta e alcuni servizi di e-mail marketing offrono la possibilità di scrivere un sommario con l’obiettivo di incrementare l’open rate, ossia il tasso di apertura dei messaggi. Il pre-header si trova generalmente dopo il campo oggetto e si può scrivere un breve testo perchè lascia spazio solo per massimo 100 caratteri. Devi però fare attenzione a non inserire parole che siano ripetizioni di quelle già scritte nell’oggetto o alcune che potrebbero essere intese come spam. 
  4. Il copy. La newsletter è uno strumento utilizzato per dialogare in modo diretto con i clienti. Il testo del messaggio deve quindi essere semplice e comprensibile, scritto con un tono di voce coerente con quello dell’azienda e in linea con la brand identity e la comunicazione corporate. La regola del “less is more” è fondamentale: una soglia di attenzione bassa richiede messaggi minimali, che conferiscano semplicità al testo e ne migliorino la comprensione, così da aumentare le possibilità che i destinatari compiano l’azione desiderata.
  5. I contenuti multimediali. Se fino a poco tempo fa veniva sconsigliato inserire immagini o video nel corpo della mail perché appesantivano la newsletter andando a incidere negativamente con i risultati della campagna, oggi il trend è cambiato. I contenuti multimediali infatti attirano maggiormente l’attenzione di chi legge, rafforzano il contenuto del copy e hanno un maggiore impatto a livello visivo. Il tipo di contenuto deve essere scelto in base al target di riferimento e in considerazione del tono di voce del brand che ispira anche la grafica della newsletter. Se, ad esempio, la newsletter ha un taglio informativo è opportuno inserire delle infografiche. Attenzione però a non esagerare inserendo troppi elementi che rischiano di togliere spazio al testo. 
  6. Il design e il layout. Dal punto di vista grafico la newsletter deve essere accattivante e rispecchiare lo stile del brand. Il layout, cioè la disposizione di testo ed elementi visuali, deve risultare pulito, favorire la lettura ed essere semplice da navigare.
  7. La call to action (CTA). Si tratta di un invito all’azione, un testo cliccabile da inserire al termine del corpo della mail per spingere gli utenti a visitare un sito web, condividere la newsletter o acquistare un prodotto, in base allo scopo che determina l’invio delle comunicazioni.

Al termine della mail devi poi ricordare di inserire il consenso espresso, che è fondamentale per creare una lista di contatti idonea ed è inoltre obbligatorio, in base alle direttive del Garante della Privacy. L’e-mail marketing deve rispettare le volontà degli utenti e contenere sempre un link per la disiscrizione lasciandoli quindi liberi di scegliere se ricevere o meno le comunicazioni. Nel rispetto della trasparenza, va poi inserito l’indirizzo e-mail di riferimento dell’azienda per eventuali necessità di contatto. 

3 esempi di newsletter vincenti: i casi di Apple, Canva e Airbnb

L’invio di newsletter personalizzate, rispetto a dei messaggi automatizzati, è la chiave giusta per incrementare l’engagement dei lettori, poiché aumenta il livello di efficacia del testo. 

Il modo più semplice per personalizzare un messaggio è includere il nome del destinatario, si possono poi analizzare i dati comportamentali degli utenti dividendoli in gruppi per interessi o localizzazione geografica allo scopo di inviare newsletter ancora più mirate. 

L’attenzione per i dettagli migliora la percezione del brand, ad esempio l’invio di e-mail in occasione del compleanno, magari con sconti o inviti, contribuisce a rafforzare ulteriormente il legame con il proprio pubblico. 

Queste semplici tecniche sono state ben comprese dai grandi brand che inviano newsletter periodiche o in occasione di eventi particolari. Ecco qualche esempio:

  • Apple ha studiato una newsletter in linea con la brand identity aziendale, con fondo bianco, testo minimal a illustrare immagini di prodotto. Vincente è il contrasto tra il nero del testo con i colori brillanti dello schermo dell’iMac e infine, poche informazioni, ma di rilievo per chi è interessato all’acquisto dei prodotti: punti di forza, permuta del vecchio pc, accessori unici a completare l’offerta.
  • Canva, nonostante si occupi di progettare contenuti grafici multimediali, ha scelto di puntare sulla semplicità con testi concreti e senza fronzoli, preceduti da titoli chiari che lasciano intendere da subito il contenuto del messaggio. Il testo è stato distribuito in colonne per facilitare la lettura e dopo la call to action è stato inserito un elemento animato a supporto del testo per incuriosire di più il lettore e spingerlo all’azione. 
  • Airbnb, operando nel settore dei viaggi, ha scelto di far precedere il testo da un’immagine per puntare sul taglio esperienziale. Ai titoli brevi e concisi seguono messaggi scritti in tono caldo ed empatico. La newsletter è stata divisa in sezioni, ognuna dotata di titolo, breve testo e CTA per rispondere a esigenze specifiche, mentre al termine del messaggio, in linea con il tono di voce aziendale, è stata inserita una frase calorosa e amichevole.

E adesso tocca a te creare la tua newsletter dall’effetto wow!

Questi che ti abbiamo elencato sono solo alcuni esempi di come può essere studiata una newsletter efficace. Ovviamente la scelta della grafica e del testo va adattata in base al caso specifico, nel rispetto del tono di voce aziendale e della sua brand identity.

Se anche tu vuoi iniziare a sfruttare le potenzialità dell’e-mail marketing, ma non sai cosa scrivere in una newsletter per creare contenuti di valore per il tuo pubblico, noi di MGvision possiamo consigliarti più di una strategie vincente.

I nostri esperti di marketing, copywriter e creativi sono pronti a studiare per te una campagna di comunicazione efficace, finalizzata al raggiungimento di risultati concreti e monitorabili.

Contattaci per saperne di più, oppure richiedi un preventivo gratuito, il nostro staff è a tua disposizione! 

Generazioni X, Y e Z: come rivolgersi al target nel modo giusto

Cos’è il Marketing generazionale e come stabilisce un rapporto con le generazioni X, Y e Z

Come è cambiato il modo di comunicare delle aziende nel tempo e quali sono le sfide attuali per costruire e far crescere un business? 

Se vendi prodotti o servizi, sai bene quanto sia importante raggiungere e dialogare con il tuo target di clienti. Il mercato tuttavia oggi è caratterizzato da una forte segmentazione che talvolta rende difficile identificare e di conseguenza rivolgersi a un pubblico ben definito. 

Il marketing generazionale, o generational marketing, in questo contesto interviene con l’obiettivo di colmare la lacuna e rappresenta una strategia efficace a servizio delle imprese per consentire loro di interagire in modo efficace con le generazioni X, Y e Z, tenendo conto delle peculiarità di ognuna. 

Perché il marketing digitale dovrebbe tenere conto delle diverse generazioni?

L’innovazione tecnologica e la diffusione dei social media hanno completamente rivoluzionato il settore della comunicazione. Se da un lato sono aumentati i canali e gli spazi per poter interagire e diffondere il proprio messaggio, il rovescio della medaglia è che attirare l’attenzione delle persone giuste è sempre più difficile

Gli utenti si collegano ai social media per scopi differenti: c’è chi li usa per seguire le notizie, chi li considera una fonte di intrattenimento, chi uno spazio per il confronto e la discussione.

I comportamenti online, i luoghi virtuali frequentati e i contenuti digitali fruiti sono differenti in base al tipo di utente. Per fare un paio di esempi: un over 60 di certo non seguirà uno streamer su Twitch e un adolescente difficilmente cercherà informazioni su X. 

Per le aziende che mirano a strutturare una comunicazione efficace è quindi fondamentale capire in che modo si comportano i diversi gruppi anagrafici nell’arena digitale e in quali canali è più facile trovarli. 

Caratteristiche, peculiarità e differenze delle generazioni X, Y e Z

Le attitudini, i valori e i comportamenti delle persone sono plasmati da eventi, tendenze culturali e sviluppi tecnologici vissuti in un determinato arco temporale. Una “generazione” è questo: un gruppo demografico definito dal periodo di nascita e accomunato da influenze e fasi di vita simili. 

Ovviamente, non tutte le generazioni possono essere considerate interessanti ai fini del marketing digitale, ad esempio i cosiddetti “Boomer”, cioè i nati tra il 1946 e il 1964, ovvero dopo la fine della seconda Guerra Mondiale, oggi rappresentano la fascia delle terza età, persone tendenzialmente a disagio con l’uso della tecnologia, proprio per questo, la nostra attenzione si concentra principalmente sulle successive generazioni X, Y e Z che, insieme, rappresentano la gran parte del mercato dei consumatori. 

Generazione X: i pionieri della tecnologia

Rientrano nella generazione X i nati tra il 1961 e il 1980, ad oggi il segmento più ampio della popolazione italiana. Non sono nativi digitali, ma hanno acquisito dimestichezza con le innovazioni tecnologiche, hanno vissuto eventi storici importanti come la caduta del muro di Berlino o l’attentato alle Torri Gemelle.

L’80% di questa generazione ha più profili social e usa la tecnologia al pari dei millennial, non bisogna dimenticare, infatti, che proprio loro hanno aperto la strada alle moderne innovazioni tecnologiche di cui sono stati pionieri.

Gli appartenenti alla generazione X apprezzano i messaggi veloci e navigano in rete per cercare informazioni, tra i social prediligono X e Facebook

Per arrivare a loro è necessario impostare una strategia di comunicazione che:

  • miri a instaurare un rapporto di fiducia fornendo informazioni reali e precise:
  • ponga attenzione sulla brand reputation (perché danno molto valore al passaparola);
  • sfrutti canali come e-mail, sms e tv.

Conquistare questo segmento di pubblico significa fare breccia su un’importante fetta di mercato, ma è fondamentale offrire esperienze personalizzate e puntare su qualità e valore aggiunto dei prodotti o servizi proposti.

Generazione Y: i millennial che vogliono emozionarsi

Sono i famosi Millennial, nati tra il 1981 e il 1995. Hanno appreso la tecnologia in modo spontaneo, anche se è l’ultima generazione “non digitale”, per loro è normale confrontarsi con i social media, dialogano con persone che si trovano dall’altra parte del mondo, sono cresciuti nel concetto di globalità. Si connettono per molto tempo, quindi hanno meno contatti umani e sono più multitasking rispetto alla precedente generazione. I social che prediligono sono Facebook, YouTube e Instagram.

Una buona strategia di comunicazione e marketing per Millennial dovrebbe:

  • puntare su contenuti autentici che emozionino e divertano;
  • promuovere il dialogo con il brand perché è particolarmente apprezzato l’unconventional marketing e lo storytelling;
  • considerare che la maggior parte delle connessioni avviene via smartphone e non da pc, pertanto è meglio prediligere i canali mobile friendly e l’uso delle App.

Gli appartenenti alla generazione Y tendono a diventare consumatori fedeli se si riconoscono nei valori del brand. È il target di clienti più semplice da raggiungere perché ha una maggiore propensione all’interazione ed è più propenso a definire abitudini stabili. 

Generazione Z: i nativi digitali che definiranno il futuro

I nati tra il 1996 e il 2010, appartengono alla prima generazione mobile-first, sono i cosiddetti “nativi digitali” sempre connessi, passano con scioltezza da un dispositivo all’altro. Hanno alte aspettative, apprezzano la personalizzazione, ma la loro attenzione si esaurisce dopo circa 8 secondi, anche per via dell’eccesso di messaggi promozionali che gli vengono proposti online. 

Una strategia di comunicazione che miri a raggiungere la generazione Z dovrebbe:

  • prediligere un linguaggio schietto e diretto;
  • usare foto e video d’impatto per catalizzare l’attenzione nei primi secondi;
  • sfruttare canali di comunicazione più moderni, come ad esempio Tiktok.

Gli appartenenti alla generazione Z cercano in rete informazioni sui prodotti, si lasciano conquistare dai trend del momento seguendo spesso i consigli di blogger e influencer, non sono pertanto consumatori fedeli, ma hanno un grande potenziale perché lasciano feedback online e scrivono recensioni. 

Come raggiungere i consumatori di ogni età grazie al marketing generazionale

Nella società odierna le generazioni X, Y e Z convivono, ognuna con le proprie peculiarità, esigenze e aspettative. Per interagire con loro, brand e inserzionisti devono calibrare la propria comunicazione andando a toccare temi che risultano interessanti per il target specifico.

Il marketing generazionale è una strategia che tiene conto di questa segmentazione e che consente di sviluppare messaggi e contenuti ad hoc per le diverse generazioni di consumatori. 

Il presupposto è che i brand non possono più puntare su campagne di comunicazione uniformi, devono invece promuovere i vari prodotti facendo leva su ganci emozionali e valoriali differenti.

Sappiamo ad esempio che la generazione X  è attenta al rapporto qualità-prezzo perché ha vissuto periodi di crisi: per arrivare a questo target si rivelano dunque efficaci campagne pubblicitarie che propongono offerte, programmi fedeltà, puntano sul risparmio e sulla convenienza. Una particolare attenzione va riservata al linguaggio e al tono di voce, la generazione X, infatti, apprezza i messaggi sintetici ed efficaci in cui vengono proposte soluzioni che possano facilitare la vita frenetica di tutti i giorni.

I Millennial, invece, sono molto attenti alle cause ambientaliste e sono propensi a condividere storie sui propri social quando ne sposano i valori: il modo migliore per raggiungerli è quindi quello di sfruttare le campagne social.

Per arrivare alla generazione Z è necessario, infine, puntare su contenuti creativi e coinvolgenti, offrire intrattenimento, ma anche spunti di riflessione. Sicuramente risulta vincente usare una strategia di marketing inclusivo, che ponga attenzione all’inclusione alla gender equality e alla body positivity.

Vuoi cogliere questa sfida, ma non sai da dove iniziare per strutturare una campagna di comunicazione che tenga conto delle esigenze, delle diversità e delle aspettative delle diverse generazioni di consumatori? Noi di MGvision siamo pronti ad aiutarti!

Possiamo studiare per il tuo brand soluzioni originali e creative, migliorare la visibilità online della tua azienda e farla emergere rispetto ai competitor. 

Richiedendo la nostra consulenza di Content Marketing puoi raggiungere il tuo target di clienti e conquistarlo con contenuti di valore. 

Grazie all’esperienza maturata in oltre 15 anni di attività e alla continua formazione del nostro team, abbiamo maturato le competenze necessarie per supportare le aziende come la tua nel promuovere la propria immagine sul web e conquistare sempre più clienti. 

Hai voglia di conoscerci? Contattaci per fissare un appuntamento! 

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