L’importanza delle buyer personas in una campagna Ads di successo

Come individuare le buyer personas e fare una perfetta analisi del target

Gestisci un’attività e vorresti migliorarne le performance? Un errore comune per molte aziende è quello di concentrarsi su prodotti/servizi senza considerare la tipologia di utenti a cui dovrebbero rivolgersi. Infatti, per gettare le basi di qualsiasi campagna di digital marketing, la comprensione del target e, successivamente, l’individuazione delle buyer personas, rappresentano dei passaggi più che mai fondamentali: una pubblicità, per quanto brillante, se non raggiunge il pubblico giusto, fallisce il suo obiettivo.

In questo articolo, in particolare, esploreremo l’importanza del target nell’advertising e come può orientare la tua strategia di marketing.

Cosa si intende per target nell’advertising 

Il target, in italiano “bersaglio”, è il pubblico di riferimento, ovvero l’insieme di persone accomunate da caratteristiche simili che un’azienda vuole raggiungere con le sue campagne pubblicitarie. Questo gruppo può essere definito secondo una serie di criteri, dai dati demografici come età e genere, a comportamenti di acquisto, interessi, posizione geografica e così via. 

L’insieme di queste caratteristiche fornisce un’immagine chiara di chi è il tuo cliente ideale, quindi permette di capire come comunicare efficacemente con lui e di definire strategie mirate per intercettarlo. 

Perché è così importante conoscere prima il proprio target?

buyer personas adv

In primo luogo, definire e individuare il target aiuta a ottimizzare l’allocazione del budget di marketing.

Identificare in modo preciso il pubblico di riferimento, infatti, evita di sprecare risorse su persone che non hanno alcun interesse nel tuo prodotto o servizio. Inoltre, permette di creare contenuti e messaggi interessanti per i tuoi clienti ideali, aumentando la probabilità di conversione e, di conseguenza, le vendite.

Ma non solo: conoscere il target aiuta a individuare quali canali di comunicazione utilizzare. Per esempio, se il tuo target è principalmente composto da giovani e giovanissimi, potrebbe essere più efficace concentrarsi su Instagram o TikTok, piuttosto che su LinkedIn o e-mail marketing. Un brand di streetwear potrebbe, quindi, trovare molto efficace concentrare le proprie campagne di marketing su piattaforme come TikTok, nota per il suo pubblico più giovane e per essere molto popolare tra gli appassionati di moda.

In pratica, definendo il tuo target in base a dati demografici, comportamentali e ad altre variabili, puoi concentrarti su quei clienti che più probabilmente acquisteranno i tuoi prodotti/servizi. Ciò migliora l’efficienza del tuo budget di marketing e aumenta il ritorno sull’investimento (ROI).

Quali sono gli strumenti utili per fare una corretta analisi del target? 

Esistono numerosi strumenti disponibili che permettono di definire e capire meglio il target. Utilizzare Google Analytics, per esempio, permette di accedere a una serie di statistiche dettagliate che forniscono intuizioni preziose sul tuo pubblico e sul suo comportamento.

Con Google Analytics, infatti, puoi analizzare il comportamento degli utenti sul tuo sito web, monitorando metriche come il tasso di rimbalzo, la durata media della sessione, le pagine per sessione e la percentuale di nuove sessioni per ottenere una visione dettagliata del suo target.

Target e buyer personas non sono la stessa cosa: ecco perché 

buyer personas adv

Tutte le informazioni raccolte attraverso l’individuazione del target possono non bastare, ed è qui che entrano in gioco le buyer personas: con questo termine ci si riferisce al modello di cliente o prospect che consente di avere un vero e proprio ritratto delle persone alle quali ci si vuole rivolgere.

Infatti, ogni buyer persona ha un nome, un volto, un’età, un’occupazione, un reddito, delle abitudini, degli interessi, degli hobby, ovvero dei comportamenti specifici, così come un proprio background culturale, formativo, professionale, ha (o non ha) un patrimonio, delle preferenze per ciò che riguarda lo stile di vita, l’alimentazione e così via. 

Il target è quindi l’insieme delle persone a cui si vuole parlare, la buyer personas è la rappresentazione semi-fittizia del cliente ideale che appartiene al target. 

Targeting, privacy e GDPR: cosa c’è da sapere 

Nel mondo digitale di oggi, la privacy è una preoccupazione crescente e l’utilizzo dei dati necessario per individuare le buyer personas impone la massima attenzione. 

Infatti, leggi come il GDPR, pongono restrizioni su come le aziende possono utilizzare i dati dei clienti per finalità di targeting. Le aziende devono quindi ottenere il consenso esplicito dei clienti per utilizzare i loro dati, aggiungendo un ulteriore livello di complessità al targeting.

Un esempio potrebbe essere un’azienda che utilizza i cookie per tracciare i comportamenti degli utenti sul suo sito web: in questo caso dovrebbe fornire un avviso chiaro ai visitatori del sito e ottenere il loro consenso prima di poter utilizzare i cookie per il targeting.

In ogni caso, è indispensabile rivolgersi a professionisti del settore in grado di impostare una gestione a norma di legge dei dati personali. 

Perché è importante identificare le buyer personas

Per individuare le buyer personas è necessario effettuare delle ricerche di mercato, quindi raccogliere dati reali, ma anche formulare alcune ipotesi su di essi basate. Queste analisi specifiche permettono di segmentare il target in modo specifico e identificabile, di concentrarsi su gruppi di clienti e di personalizzare le tue strategie di marketing in base alle loro esigenze e preferenze.

Infatti, attraverso una visione approfondita dei tuoi clienti, che va oltre i semplici dati demografici puoi comprendere meglio i loro comportamenti, i loro desideri, bisogni, sfide e obiettivi, quindi di creare prodotti, servizi e contenuti che rispondano efficacemente alle loro esigenze.  

 In particolare, conoscere le buyer personas del proprio brand permette di:

  • Entrare in empatia con gli utenti. Dalla prospettiva del marketer si passa  a quella del consumatore, riuscendo così a capire le sue esigenze e aspettative che, spesso, sono diverse da quelle ipotizzate. 
  • Migliorare la comunicazione. Avvicinarsi al cliente permette di costruire una comunicazione ad hoc,  ovvero mirata e in linea con il modo di ragionare dei diversi clienti che, quindi, si sentiranno compresi, soddisfatti e…speciali, quindi più inclini a convertire. 
  • Migliorare la fase di progettazione. Anche la creazione, la definizione dei prodotti/servizi e, in generale tutte le offerte, saranno più su misura delle persone alle quali ci si rivolge. 

Case study: il successo del geotargeting di Nike

Un dato molto importante che permette di fare targeting e individuare le buyer personas, è quello relativo alla posizione geografica del cliente potenziale. In alcuni casi, infatti, è necessario parlare in modo diverso anche solo in base alla regione. Non è solo un fatto di “lingua”, ma anche di immaginario, valori, bisogni. Ecco allora che entrano in gioco il geomarketing e il geotargeting: l’insieme di tecnologie collegate al marketing che servono per localizzare dove si trova l’utente.

Questa informazione permette di confezionare un contenuto su misura, ottimizzato in chiave SEO in base alla lingua ed al Paese, che richiama il giusto asset valoriale, nonché di mettersi al riparo da eventuali violazioni di norme legislative che possono essere differenti.

In particolare, possiamo citare il caso di Nike che fornisce un esempio convincente di come il geotargeting possa essere utilizzato per promuovere eventi e prodotti specifici a utenti in determinate località. La società ha lanciato una campagna di geotargeting per la sua app Nike+ Run Club, mostrando annunci specifici ai corridori in diverse città del mondo. Questa strategia ha portato ad un aumento significativo dell’uso dell’app nelle aree target. 

Conosci e intercetta veramente il tuo pubblico con MGvision! 

buyer personas adv

L’intelligenza artificiale e l’apprendimento automatico stanno rivoluzionando il mondo dell’advertising, permettendo un targeting sempre più preciso e personalizzato. Stiamo solo iniziando a grattare la superficie di ciò che è possibile in termini di personalizzazione e targeting nel mondo dell’advertising. 

Un esempio potrebbe essere un’azienda di e-commerce che utilizza l’intelligenza artificiale per analizzare i comportamenti di acquisto degli utenti e prevedere quali prodotti potrebbero essere interessati in futuro, permettendo loro di personalizzare le e-mail promozionali e le raccomandazioni di prodotti per ogni utente, oppure una catena di ristoranti che utilizza il geotargeting per inviare coupon e offerte speciali agli utenti che si trovano nelle vicinanze dei loro ristoranti.

In conclusione, non importa quanto sia grande o piccola la tua azienda, definire e capire il tuo target e individuare le buyer personas è fondamentale per il successo del tuo advertising. Per saperne di più su come possiamo promuovere e pubblicizzare il tuo brand su Google, contattaci e scopri come tracciare l’identikit del tuo cliente tipo: definiremo insieme la strategia più adatta!

Come gestire la comunicazione con i clienti

Scopri come comunicare con i clienti in modo efficace per far crescere il tuo brand 

Gestisci un brand, un e-commerce o una struttura ricettiva? Qualunque sia il tuo business, hai necessariamente bisogno di comunicare con i clienti e potenziali tali, ma soprattutto di farlo in maniera efficace. Infatti, il modo in cui l’azienda si esprime e si racconta è fondamentale per delineare la sua identità, renderla riconoscibile e per differenziarsi all’interno del proprio mercato di riferimento.

Gli strumenti per comunicare sono tanti e vari e, se utilizzati nel modo giusto, permettono di attuare strategie volte a farsi conoscere dal proprio target, stimolare il suo interesse, soddisfare le sue esigenze, nonché a mantenere il contatto nel post-acquisto. Il risultato? La costruzione di brand reputation positiva e un conseguente aumento del fatturato.

Perché la comunicazione con i clienti è così importante?

Sembra una domanda banale e retorica, eppure oggi l’informazione digitale prevale in assoluto e spesso si tende a dare meno importanza alla comunicazione one-to-one, quella diretta con il cliente o con chi potrebbe diventarlo. 

Proprio grazie a Internet i consumatori hanno acquisito il potere di accedere a un numero infinito di informazioni, confrontare diversi servizi e soluzioni in pochissimo tempo, così come di passare facilmente a un’alternativa se non vengono soddisfatte le loro esigenze. Ecco, allora, che entra in gioco la comunicazione, ovvero il modo in cui il brand comunica con il cliente durante l’intero percorso di acquisto e nel post-vendita. 

5 consigli su come comunicare coi clienti e conquistare la loro fiducia 

Sono tantissime le occasioni nelle quali si entra in interazione con i propri clienti o lead e, saperle sfruttare tutte nel migliore dei modi, permette di creare le basi per un rapporto di fiducia.

Ecco qualche consiglio pratico:

  1. Conosci il tuo cliente 

Nel marketing si parla di buyer persona, ovvero il prototipo del consumatore ideale dell’azienda, attorno al quale far ruotare tutte le azioni di inbound marketing. Per individuarlo è necessario analizzare tutti i dati, ascoltare, conoscere interessi, i bisogni e i comportamenti dei clienti e contatti acquisiti, quindi partire da dati e persone reali. Comprendendo il comportamento e le preferenze del tuo acquirente ideale, potrai quindi sviluppare una comunicazione su misura.

  1. Usa un linguaggio chiaro 

Anche se il tuo business fa parte di un ambito molto specialistico, è bene che tu ti avvalga di un linguaggio semplice, chiaro e diretto, magari utilizzando a supporto grafiche, schemi e video che migliorano la comprensione. I tecnicismi possono, infatti, diventare un ostacolo, perché intimidiscono e impediscono di creare un rapporto di fiducia con i tuoi interlocutori. 

Oltre a quella dei testi più lunghi e informativi, non sottovalutare l’importanza dei microcopy, ovvero i testi brevi che guidano l’utente nella navigazione e che si trovano, ad esempio, nelle call-to-action, nelle notifiche di siti web/app e così via: questi devono essere chiari, concisi, inclusivi e diretti in modo da rendere l’esperienza dell’utente fluida e piacevole. 

  1. Rendi chiari i valori e il tone of voice 

I clienti richiedono trasparenza da parte del brand e delle aziende in generale. Amano e preferiscono, quindi, quelle che agiscono sotto precise mission e vision. Quindi, è importante far emergere i valori aziendali in ogni forma di comunicazione, che sia il testo del sito web, un post sui social, una newsletter e così via. Per perseguire questo obiettivo, è necessario definire il tone of voice di brand e utilizzarlo sui diversi canali in modo coerente. 

  1. Instaura una comunicazione orientata al cliente 

Comunicare significa avviare uno scambio: fai domande aperte dimostrando di essere interessato a ciò che i clienti pensano e desiderano . Ad esempio, può essere molto utile chiedere semplicemente: “quale prodotto stai utilizzando attualmente?” per impostare una strategia di cross selling efficace, chiedere un feedback attraverso un modulo, una e-mail, un sms, una chiamata e così via. Imparare a comunicare in modo efficace vuol dire anche mettersi a disposizione dei clienti e ascoltarne le opinioni. 

  1. Scegli il canale e gli strumenti appropriati 

La comunicazione “a tappeto”  è controproducente. Ogni qual volta si progetta una campagna di marketing è importante scegliere il canale o i canali adeguati per raggiungere e soddisfare il proprio target di riferimento. Un esempio? Se devi promuovere l’apertura di un nuovo punto vendita, l’ideale è rivolgersi ai tuoi clienti con una newsletter personalizzata che invita all’inaugurazione e offre un vantaggio, come ad esempio uno sconto per l’acquisto durante l’evento. Ovviamente, anche i social media rappresentano uno strumento di comunicazione privilegiato per interagire in modo diretto e veloce. L’importante è raggiungere il pubblico giusto! 

Come puoi migliorare la comunicazione con i tuoi clienti grazie a MGvision? 

Se desideri rendere unico il tuo brand attraverso una comunicazione efficace coi clienti, è dunque indispensabile scegliere i canali giusti, ma anche i professionisti in grado di aiutarti a gestirli nel migliore dei modi.

In MGvision puoi trovare un team multidisciplinare: negli anni, infatti, abbiamo maturato esperienze in vari settori del marketing e della comunicazione e affrontato numerose sfide sempre con entusiasmo e passione. Siamo quindi in grado di analizzare il tuo brand, capire se è necessario cambiare il suo posizionamento sul mercato e definire una strategia di marketing integrata per farlo entrare in connessione con i clienti e acquisirne di nuovi. 

Ci occupiamo di sviluppo di siti internet, risorsa indispensabile per qualsiasi attività di SEO, e di ottimizzare sia la visibilità che la User Experience dal punto di vista tecnico e testuale: in questo modo gli utenti vengono guidati in un percorso di navigazione semplice, piacevole e inclusivo.

Ci avvaliamo di creativi e giornalisti che creano contenuti di valore in grado di dare personalità e carattere al brand, veicolati poi attraverso corporate blog, social network, e-mail, newsletter, online advertising e autorevoli testate giornalistiche online di settore, grazie ad un attento lavoro di Digital PR. 

Affidati a dei professionisti per comunicare con i clienti e instaurare un rapporto di fiducia e duraturo con loro! 

Come fare e-mail marketing raccontando una storia a puntate

Strategia e professionalità: come fare e-mail marketing in modo efficace 

Per brillare all’interno di un mercato sempre più concorrenziale è indispensabile costruire relazioni con i clienti comunicando con loro in modo costante e diretto. 

In questo contesto gioca un ruolo fondamentale Internet e, più in generale, il mondo digitale che consente oggi, grazie a strumenti sempre più tecnologici e innovativi, di raggiungere il proprio target, praticamente ovunque e in qualunque momento. Una rivoluzione che dà l’opportunità di mettere in pratica strategie sempre più mirate e specifiche, da un lato soddisfacendo le esigenze del cliente, dall’altro stimolando il suo interesse.

Pensiamo, ad esempio, al lancio di un nuovo prodotto sul mercato: per farlo conoscere è possibile avvalersi di molteplici strumenti di marketing tra i quali le e-mail che restano ancora protagoniste indiscusse, imprescindibili per qualsiasi brand che voglia aumentare le conversioni, ma soprattutto coltivare delle relazioni con i destinatari. 

Ma come fare e-mail marketing in modo professionale e coinvolgente? 

L’importanza delle e-mail nel direct marketing 

Con e-mail marketing (DEM – direct e-mail marketing) ci si riferisce a tutte  le strategie volte a creare e inviare comunicazioni attraverso dei messaggi di posta elettronica con l’obiettivo di implementare le relazioni tra brand e audience. 

Gli utenti, infatti, amano restare aggiornati sui prodotti dei propri brand preferiti, ricevere coupon,  codici sconto, inviti a eventi e così via, sulla base delle loro preferenze e le e-mail sono proprio lo strumento ideale per creare un filo diretto e comunicare in modo costante, aumentare la fidelizzazione, costruire la brand identity e, quindi, ottenere delle conversioni.

D’altronde, grazie a una mailing list targettizzata, è possibile andare incontro alle preferenze dei propri contatti, creando dei contenuti personalizzati. In particolare, l’e-mail marketing (o meglio DEM, direct e-mail marketing) consente di: 

  • entrare in connessione con i contatti
  • comunicare in tempo reale
  • mantenere la fidelizzazione
  • creare nuovi consumatori
  • promuovere i prodotti o i servizi
  • convincere e stimolare a ripetere l’acquisto

C’è poi da considerare che l’email marketing è facilmente misurabile in termini di ROI e che garantisce i risultati più performanti in termini di conversione degli utenti rispetto agli altri canali di web marketing.

Ecco come impostare una strategia di e-mail marketing efficace in 5 step

Qualsiasi brand che voglia instaurare rapporti solidi nel tempo con i propri clienti e potenziali tali, ha bisogno di inviare delle e-mail promozionali, così come newsletter che hanno una natura prettamente informativa, in modo strategico. 

Vediamo, nello specifico, quali step seguire: 

  1. Creare una mailing list

Ovviamente il primo passo da compiere è creare un form di iscrizione grazie al quale gli utenti acconsentono a ricevere le tue e-mail promozionali. Anche quando hai già migliaia di contatti, però, fai crescere la mailing list attraverso strategie mirate. Ad esempio, puoi proporre uno sconto a chi si iscrive, usare finestre pop-up, social network, i link nel footer e così via. 

  1. Profilare i contatti

Quando la mailing list a disposizione è abbastanza corposa, è indispensabile profilare i contatti. Infatti, per fare direct email marketing in modo efficace, il target deve essere particolarmente studiato e dettagliato, ovvero diviso in segmenti specifici per confezionare e-mail ad hoc. Il livello di segmentazione dipende dalle informazioni che hai a disposizione sui contatti: puoi dividerli per età, sesso, città, abitudini di acquisto, interessi. Tutto dipende dalle caratteristiche della tua offerta e dal modo in cui vuoi colpire il tuo target.

  1. Definire gli obiettivi della campagna 

Per ogni segmento ora è possibile studiare una strategia specifica sulla base degli obiettivi prefissati, importanti per definire tutti i dettagli (oggetto, testo, grafica, allegati, link, ecc.) e far sì che una campagna di e-mail marketing abbia successo.

Un esempio: se vuoi aumentare le vendite del tuo e-commerce potresti inviare delle e-mail promozionali nelle quali proponi a chi ha comprato un mountain bike dei prodotti correlati come caschi, reggisella, abbigliamento tecnico, zaini e così via. 

  1. Creare contenuti di valore 

Anche se il fine ultimo è sempre quello di aumentare le conversioni, gli utenti si aspettano e desiderano ricevere contenuti interessanti e di valore che permettono loro di informarsi e aggiornarsi, quindi che siano utili. 

È importante personalizzare il testo con il nome del destinatario, creare un buon oggetto che catturi l’attenzione, così come puntare su un messaggio breve, semplice, diretto e coinvolgente.

  1. Includere la call to action 

Come fare e-mail marketing per aumentare le conversioni? È indispensabile invitare l’utente ad “andare oltre”, sotto varie forme. Che l’obiettivo sia far scaricare un coupon, vendere un nuovo prodotto, far leggere un articolo del blog, includi sempre la frase/pulsante (CTA) che porti al post, a una landing page, sul sito e così via. 

Affidati a MGvision per fare e-mail marketing in modo professionale

Utilizzare questo strumento è solo apparentemente semplice. Come abbiamo visto, infatti, fare e-mail marketing in modo professionale richiede competenze e capacità trasversali, nonché l’utilizzo di piattaforme specifiche che permettano di inviare molti messaggi contemporaneamente, programmare gli invii e profilare i contatti, utilizzare template accattivanti, ottenere report dettagliati e misurare i risultati. 

Per definire una strategia e campagne di e-mail marketing performanti puoi rivolgerti a MGvison: il nostro team vanta un’ampia esperienza nel settore e si avvale delle tecnologie più avanzate offerte dalle piattaforme per studiare e pianificare strategie di comunicazione integrate che comprendono l’e-mail marketing, ma anche l’online advertising e il content marketing, grazie al quale è possibile scrivere testi e-mail efficaci e contenuti ottimizzati in chiave SEO per pagine del sito, landing page, articoli del corporate blog e così via. 

Scegliere le parole giuste e adatte a ogni canale è fondamentale, quindi affidarsi a dei professionisti può fare la differenza nel raggiungimento degli obiettivi! 

L’impatto dei microcopy sulle performance di un testo online

Il potere dell’UX writing: quanto conta scegliere le parole giuste nei testi brevi

Gestisci un sito, un’app o altro servizio digitale e le conversioni che arrivano non sono quelle sperate? Potrebbe dipendere dai microcopy.

Questi brevi testi, come dice la parola stessa, sono in grado, infatti, di incidere sull’esperienza di navigazione di un utente e far sì che questa sia orientata o meno all’azione. D’altronde sarà capitato anche a te, da utente, di tentennare prima di cliccare sul tasto “compra ora”, a causa di informazioni ambigue, di percorsi di acquisto complessi, di modalità di pagamento o trattamento dei dati poco chiari e ancor meno rassicuranti. Succede a tutti di “abbandonare il carrello” con un nulla di fatto e spesso questo avviene perché non si sono trovate le parole giuste per andare avanti. 

Fortunatamente si può fare di meglio! L’UX writing si occupa proprio di studiare e progettare i microtesti delle interfacce di siti web, app e servizi digitali, rendendoli immediati, non complessi e di facile fruizione.

Cos’è l’UX writing?

La parola UX deriva da “User Experience”, espressione con la quale ci si riferisce all’insieme di percezioni, reazioni ed emozioni provate dall’utente che  si relaziona con un sito web, un’app o un qualsiasi contenuto online.

L’UX writing, infatti,è un elemento della User Experience, ovvero la disciplina nella quale si incontrano il design e la scrittura dei contenuti delle interfacce di servizi digitali, che si pone l’obiettivo di aiutare gli utenti a interagire meglio e a completare con successo e senza difficoltà i processi pensati per loro.

L’UX writing guida l’utente e cerca di offrirgli un’esperienza di navigazione piacevole e positiva per portarlo a compiere una determinata azione nel modo più naturale possibile. Possiamo definirlo come una forma di traduzione tra la lingua di chi progetta e quella delle persone comuni che usano il prodotto o il servizio.

I microcopy, lo strumento principale dell’UX writing

Come accennato, per migliorare e ottimizzare l’interfaccia della pagina web o dell’app, l’UX writing si avvale del design e dei microcopy, ovvero stringhe di testo brevi che troviamo ad esempio nelle call-to-action, nelle notifiche delle app e nelle istruzioni per fare qualcosa online. Questi testi aiutano e guidano l’utente all’interno della giungla tecnologica perché migliorano la comunicazione e l’esperienza di navigazione in generale, intervenendo su aspetti minimi, ma significativi.

Pensiamo, ad esempio, ai testi che aiutano l’utente a prenotare una stanza di hotel, un volo e un qualsiasi altro servizio. Lo scopo principale del microcopy deve essere quello di guidare e rassicurare, ovvero placare lo stato d’ansia che, naturalmente, insorge. L’utente deve capire perfettamente cosa accade quando clicca sul bottone: sta verificando la disponibilità o effettuando la prenotazione?

Semplicemente cambiando il microcopy da “prenota una stanza” a “verifica la disponibilità”, infatti, è possibile ottenere risultati sorprendenti che riguardano il tasso di coinvolgimento.

Perché i microcopy influiscono così tanto sull’esperienza di navigazione?

Un servizio digitale che cura i microcopy dimostra grande attenzione nei confronti degli utenti perché capisce di avere a che fare con un essere umano che prova emozioni, pensa e parla in un certo modo, ha una memoria e un’attenzione limitati.

I testi studiati e redatti sulla base di tutto ciò permettono di anticipare quel che accadrà cliccando su quel bottone o su quel testo (acquistare, prenotare, ottenere più informazioni e così via), quindi informano in modo chiaro e inequivocabile: nel guidare l’utente nel percorso di navigazione lo rassicurano, permettendogli di rilassarsi e concludere.

Immaginiamo, ad esempio, un tutorial che deve guidare l’utente a iscriversi a un concorso.

Dopo aver definito i vari passi a livello tecnico, è necessario scrivere i micro testi facili da capire, con la giusta quantità di informazioni, usare il tone of voice adatto a chi legge e coerente con il brand stesso. Inoltre, i testi non devono far sentire le persone in difficoltà, inadeguate o ignoranti. Al contrario, dovrebbero essere chiari e concisi, ma anche inclusivi, mai discriminatori e sempre democratici, rispettosi delle emozioni e delle individualità di ognuno.

In pratica, il processo di UX writing permette alle persone di far fare qualcosa in modo semplice, (più o meno) veloce e senza stress, tenendo conto di ciò che hanno bisogno di sapere passo dopo passo, offrendo micro testi che  li guidino e rassicurino, facendoli arrivare all’obiettivo in modo fluido.

Un buon microcopy è quindi in grado di:

  • semplificare la navigazione
  • rendere l’esperienza utente interessante
  • tranquillizzare l’utente
  • migliorare l’ottimizzazione SEO
  • creare una relazione umana con l’utente
  • umanizzare il brand

Qualche esempio di microcopy che cambia (in positivo) l’esperienza dell’utente

Questa immagine ci mostra in che modo un noto portale di hospitality ha cambiato il testo di una call to action sul suo sito: semplicemente passando da “prenota ora” a “verifica disponibilità” è riuscita ad ottenere una maggiore risposta da parte degli utenti.
Ma perché?  Nel primo caso, l’utente esitava a cliccare sul “prenota ora” pensando che lo step successivo avrebbe comportato la prenotazione immediata della stanza. Il testo “verifica disponibilità”, invece, rende chiaro il fatto che cliccando andrà solo a vedere se per la data selezionata è disponibile una stanza.

Vediamo qualche altro esempio di testi dei quali si occupa l’UX:

  • Bottoni call to action

Le call to action (CTA) sono i testi/pulsanti che chiudono un post su un sito, un profilo social aziendale, una landing page, un SMS e così via, e che indicano agli utenti cosa fare e dove cliccare per proseguire la loro esperienza d navigazione.

I testi delle cosiddette “chiamate all’azione”devono quindi essere chiari e diretti, e devono contenere parole concrete che rassicurino l’utente. Ad esempio, se la tua intenzione è quella di far scaricare l’anteprima di un e-book gratis, leggendo il microcopy l’utente non dovrà avere dubbi sul fatto che cliccando potrà scaricare quel file in modo totalmente gratuito: “scarica l’anteprima gratis” è quindi più che sufficiente ed efficiente.

  • Messaggi di errore e Pagina 404

Molto spesso chi naviga e incappa in un imprevisto, non capisce cos’è successo e cosa fare, quindi il primo istinto che, solitamente segue, è quello di chiudere la pagina e rinunciare a quell’azione. Per evitare che ciò accada e che il servizio assistenza sia invaso di richieste, basta utilizzare un microcopy che spieghi in modo chiaro cos’è accaduto e come risolvere, offrendo delle alternative.

Un esempio tipico è quello dell’”Errore 404” che indica una pagina mancante o sostituita. L’ideale è guidare l’utente a trovare una pagina alternativa o comunque offrire più opzioni di scelta per la navigazione. Inoltre, è possibile sfruttare questo “inconveniente” con un microcopy che possa ‘rompere il ghiaccio’ e far emergere anche i valori del brand.

  • Form di registrazione

Gli utenti si sentono sempre molto sotto stress quando devono inserire molti dati personali e seguire diversi passaggi. Il microcopy di un form di registrazione deve essere molto chiaro,  semplice e rassicurante. L’obiettivo è quello di ridurre l’impegno necessario e far compiere l’azione giusta.

Considerando l’importanza dei dati che l’utente sta lasciando, è importante trasmettere fiducia, dando tutte le informazioni necessarie step by step. Ad esempio, è possibile rassicurare l’utente sul fatto che i suoi dati non verranno condivisi con nessuno e che non posteranno niente sui suoi social.

  • Headline e sottotitoli

Sono le frasi che introducono un testo e che, quindi, devono attirare l’attenzione per far proseguire gli utenti nella lettura, e allo stesso tempo essere chiare e semplici.

  • Tag title delle pagine

È un elemento HTML ed è il titolo visibile in SERP nella Meta Description che Google usa per elaborare ed indicizzare i contenuti sul web. Viene considerato il titolo effettivo di una pagina.

  • Meta description

Un altro attributo HTML che descrive il contenuto di una pagina e può comparire fra i risultati di ricerca come anteprima al di sotto del titolo, per fornire informazioni aggiuntive.

  • Form di contatto

Una pagina web che contiene un modulo di acquisizione di lead (clienti), nella quale viene richiesto all’utente di compilare dei campi con i suoi dati personali.

Altri esempi di microcopy sono le etichette dei menù, le didascalie e tag alt, le istruzioni e le FAQ, le pagine “Termini & Condizioni” e così via.

Affida a MGvision la creazione dei tuoi microcopy!

Se gestisci un sito web, un’app o un qualsiasi altro prodotto digitale, è arrivato il momento di trovare le parole brevi, ma giuste!

Scegli allora di rivolgerti al team di MGvision che vanta anni di esperienza nella creazione di contenuti testuali volti a migliorare l’esperienza degli utenti durante la navigazione e ad aumentare le conversioni.

Perché una scheda prodotto fatta bene può aiutare il tuo e-commerce

Informare e guidare: ecco le best practice per l’ottimizzazione delle schede prodotto in chiave SEO

Gestisci un sito e-commerce o stai per aprirne uno? Dopo la scelta della piattaforma gestionale, lo studio e il miglioramento della user experience e l’organizzazione delle categorie, arriva il fatidico momento di dedicarsi all’ottimizzazione delle schede prodotto, un aspetto SEO spesso sottovalutato anche dai grandi brand, ma di fondamentale importanza.

Perché le schede prodotto sono così importanti?

I prodotti sono il cuore pulsante del tuo business e ne determinano il successo.

Per venderli, però, è necessario farli conoscere non solo attraverso una strategia di digital marketing integrata, ma anche “semplicemente” con delle descrizioni efficaci. Qui entra in gioco la scheda prodotto, quella pagina in cui si trovano i contenuti testuali e multimediali relativi a un determinato articolo del negozio online. Questa svolge l’importantissima funzione di informare l’utente sulle caratteristiche del prodotto e di guidarlo all’interno del buyer’s journey, ovvero il processo di ricerca che percorre ogni persona prima di effettuare un ordine o un acquisto online.  

Più che a convincere la scheda prodotto serve a informare.

Immagina, ad esempio, di dover acquistare uno smartphone online: ti servirà sicuramente conoscere le sue caratteristiche tecniche e saranno importantissime anche le foto che dovranno offrire una descrizione il più possibile realistica del prodotto.

Tutti i vantaggi di avere delle schede prodotto SEO oriented sul tuo sito

Ottimizzare una scheda prodotto non significa solo inserire tutte le informazioni necessarie a chi già sta consultando quella pagina, ma far in modo che questa venga trovata da chi cerca quel determinato prodotto sul web.

In pratica, è necessario lavorare sulla SEO (Search Engine Optimization) per avere più chance che Google mostri quel determinato prodotto nella SERP, ovvero la pagina dei risultati del motore di ricerca, e ottenere più visite da potenziali acquirenti e di conseguenza vendite.

Nello specifico, le schede prodotto ben fatte e ottimizzate in chiave SEO ti permettono di raggiungere degli obiettivi essenziali:

  • ottenere visibilità su Google per i tuoi prodotti
  • generare conversioni
  • migliorare la SEO di tutto il sito e-commerce

Infatti, delle schede prodotto poco curate non ti consentiranno di posizionarti per delle parole chiave strategiche o per loro correlate e, nel caso tu abbia un sito con migliaia di prodotti, avrai un gran numero di pagine inutili e deleterie che andranno ad inficiare sul punteggio di autorevolezza che il motore di ricerca ha attribuito al tuo dominio.

Come ottimizzare le schede prodotto del tuo e-commerce in 5 step

come ottimizzare schede prodotto e-commerce

L’ottimizzazione delle schede prodotto richiede un lavoro complesso e articolato.

Ecco cosa ti suggeriamo di fare per ottenere dei buoni risultati in termini di posizionamento e acquisti:

  1. Descrivi bene i prodotti e organizza le informazioni

Alla base deve esserci un testo originale e ricco di informazioni che descriva il prodotto in modo approfondito, ma anche interessante. Le informazioni devono essere ben strutturate (H2, H3, elenchi puntati, grassetti ecc.) per favorire la lettura della scheda che sappiamo deve essere molto veloce. Per questo, metti in evidenza le caratteristiche più importanti e chiarisci ogni dubbio.

Ricorda che è indispensabile, anche nelle schede prodotto, adeguare il tono di voce dei testi al tuo pubblico di riferimento e a quello del tuo brand.

  1. Inserisci le immagini

Ogni scheda prodotto deve contenere più immagini (una principale e altre correlate) in alta risoluzione che consentano di vedere bene il prodotto da ogni angolazione. Grazie a specifiche funzioni, puoi anche prevedere uno zoom approfondito o anche aggiungere un video per rendere ancora più coinvolgente l’esperienza. Ricorda di ottimizzare il titolo e gli alt tag delle immagini.

  1. Ottimizza tutti gli elementi SEO della scheda prodotto

Ovvero Tag Title, Tag H1, H2 e H3 e Metadescription. Il primo è il titolo SEO ed è il più importante perché informa le persone sul contenuto e aiuta Google a decodificare le informazioni della pagina. Ogni tag title non dovrebbe essere duplicato, quindi ogni scheda deve avere un titolo diverso: questo è uno dei problemi maggiori degli e-commerce che hanno migliaia di prodotti, alcuni molto simili.

  1. Prevedi una sezione dedicata alle recensioni e dei tasti condivisione

La maggior parte degli utenti non acquista senza aver letto le recensioni e non si fida degli e-commerce che ne sono privi. I feedback si rivelano quindi utili al raggiungimento di due scopi: permettono di far sapere cosa pensa chi ha acquistato il tuo prodotto e trasmettono un senso di fiducia a chi sta pensando di farlo.

Un altro consiglio è di rendere condivisibile in pochi click il link del prodotto tramite Whatsapp, Facebook, Messenger, Gmail e così via.

  1. Non dimenticare le parole chiave

Sono il cuore della strategia SEO, la quale prevede la compilazione (preliminare o in corsa) di un piano Keyword che includa le parole chiave strategiche per la tua attività di vendita online. L’intento è quello di individuare i potenziali clienti, capire cosa cercano in relazione ai tuoi prodotti.

Oltre che lavorare sull’ottimizzazione delle schede prodotto, un’ottima idea è quella di creare un blog aziendale che consenta di avere più contenuti e aggiungere link interni ai prodotti che rimandino al tuo shop.  

Affidati a MGvision per far brillare il tuo e-commerce!

ottimizzazione schede prodotto

Come abbiamo visto, l’ottimizzazione delle schede prodotto richiede un lavoro impegnativo sotto l’aspetto sia tecnico che creativo.

Per definire una strategia e curare ogni singolo dettaglio del tuo e-commerce, puoi rivolgerti a dei professionisti del settore, come noi di MGvision che da anni ci occupiamo di sviluppo siti internet, strategie di Content Marketing e UX design, ovvero tutto ciò che ti occorre per puntare dritto al tuo target, far conoscere i tuoi prodotti e venderli rapidamente!

L’importanza del tono di voce in un piano di comunicazione

Quanto conta il tono di voce nella comunicazione di brand e come sceglierlo

Qualsiasi brand ha bisogno di raccontarsi per comunicare chi è, cosa fa e soprattutto perché. Attraverso la narrazione, ovvero l’arte dello storytelling, è infatti possibile uscire dall’autoreferenzialità, coinvolgere il pubblico di riferimento e distinguersi dai competitor. 

Se anche tu desideri mettere in pratica una strategia di marketing efficace, dovrai quindi definire il tono di voce della tua comunicazione di brand e scegliere il carattere che avrà il tuo business.

Cosa si intende con tono di voce nella brand communication

Il tono di voce (ToV) è il modo in cui il brand sceglie di comunicare la propria personalità e i propri valori e comprende diverse sfaccettature stilistiche, linguistiche, lessicali e semantiche attraverso le quali si esprimono emozioni e si influenzano quelle del pubblico. 

In altre parole, il tono di voce rappresenta il “come” più che il “cosa”, quindi “come viene espresso un concetto” anziché “cosa si dice”. Svolge una funzione simile a quella del tono di voce che ogni persona sceglie per comunicare nella vita quotidiana con riferimento all’intonazione, all’inflessione, agli accenti e così via.

Qual è lo scopo del ToV e perché è fondamentale per il successo di un brand

Come già accennato, per costruire un brand e comunicarlo, è essenziale adottare una strategia di storytelling, (quindi farlo parlare attraverso una voce) ma anche “dargli un tono”.

Il ToV, infatti, è uno strumento che definisce l’identità e permette di:

  • Umanizzare il brand. Le persone amano interagire con altre persone e i consumatori apprezzano i brand dalle personalità riconoscibili, con le quali possono entrare in sintonia. Quindi, se il business comunicherà con una voce ben precisa, sarà più facile creare un rapporto di fiducia. 
  • Influenzare e persuadere. Il ToV cambia il modo in cui viene comunicato il messaggio. In particolare, quello giusto permette di creare contenuti persuasivi che aiutano a costruire una connessione emotiva e una relazione continua con i clienti. 
  • Aumentare la consapevolezza. Trovare il modo giusto per comunicare permette di veicolare un’immagine ben precisa, quindi di affermarsi in modo inequivocabile sul mercato e aumentare la brand awareness (la notorietà del marchio). 
  • Distinguere il brand rispetto ai competitor. Un tone of voice unico e riconoscibile consente di differenziarsi dai competitor, ovvero dagli altri brand che vendono gli stessi prodotti e/o servizi. 

Il ToV, quindi, riguarda e influenza tutta la strategia comunicativa, da come presentare e promuovere i prodotti, a come rispondere ai clienti, fino a come interagire con i dipendenti. 

Quanti Tone of Voice esistono e come si distinguono

Proprio come le personalità, i tone of voice possono variare e avere diverse gradazioni. Le diverse tipologie di tono si possono riassumere in quattro macrocategorie:

  • ToV freddo: formale, tende a essere utilizzato in contesti burocratici o istituzionali, nonché  a utilizzare terminologie precise e un tono lessicale elevato. 
  • ToV neutro: professionale o addirittura onirico. È  tipico dei brand di lusso che presentano il proprio prodotto in toni precisi ma elevati. 
  • ToV caldo: amichevole e colloquiale, mette l’audience a proprio agio e comunica le informazioni in modo diretto, senza troppi giri di parole. 
  • ToV colorato: più irriverente, ironico, spesso provocatorio, tende a giocare molto con le parole e i doppi sensi, fa riferimenti a slang e appartiene a chi riesce a osare. 

Ogni categoria comprende al suo interno diverse sfaccettature che permettono di adattare il ToV alla personalità del proprio brand, quindi di personalizzarlo in base alle esigenze specifiche. Un ToV freddo potrà quindi essere anche burocratico o istituzionale, uno caldo potrà essere amichevole o colloquiale e così via. 

Come scegliere il tone of voice per comunicare il brand?

La prima domanda da porsi è quindi: “se il mio business fosse una persona come si esprimerebbe?” 

Per rispondere sarà importante stabilire degli aspetti fondamentali del brand, ad esempio: come dev’essere percepito, come deve posizionarsi rispetto ai competitor, quali sono i suoi valori e come deve rapportarsi ai clienti e ai potenziali tali.

Una volta raccolte tutte le risposte, potrai completare il piano di comunicazione con la definizione del tone of voice che senti più tuo. Ti consigliamo di redigere un vero e proprio manuale di stile, dove riportare tutte le regole di sintassi, punteggiatura, il lessico e così via. In questo modo potrai mantenere in ogni dove l’identità del tuo brand e renderlo sempre riconoscibile.

Ora che conosci a fondo l’importanza del tono di voce nella comunicazione di brand, se hai bisogno di aiuto per identificarlo e utilizzarlo sui diversi canali, rivolgiti al team di MGvision: sceglieremo lo stile e le parole più adatte per far conoscere e decollare il tuo business.

Fuori di testa, ma diversi da loro: come differenziarsi nel mercato online

Ecco come differenziarsi dai competitor e far brillare la propria azienda 

Banale quanto veritiero: ormai non esiste più un mercato, neppure di nicchia, nel quale non si debba avere a che fare con dei competitor che propongono gli stessi prodotti e/o servizi. Più di tutti, lo sviluppo dei social network e l’ascesa dell’e-commerce, hanno contribuito a creare uno scenario che, fino a qualche anno fa, sarebbe stato inimmaginabile. 

Ciò significa che la varietà dei prodotti, la qualità del proprio lavoro e il prezzo non sono più variabili sufficienti: oggi è indispensabile rendersi riconoscibili, così come creare un legame forte e duraturo con i clienti. 

Ma come differenziarsi dai competitor e costruire la propria brand identity in concreto? Ecco qualche suggerimento. 

L’importanza del branding per rendere unica la tua azienda  

Una delle prime domande che ogni imprenditore deve porsi è: “quali sono i valori che contraddistinguono la mia azienda?”. 

Tutti puntano su grandi e nobili qualità, ma che in nessun modo li differenziano realmente dalle altre realtà presenti sul mercato. 

È importante, invece, offrire al cliente un motivo valido e unico che giustifichi la scelta della propria azienda e, per farlo, è indispensabile investire le proprie forze nel posizionare, differenziare e consolidare il proprio brand.

I prodotti seguono mode, tendenze e stili, quindi possono essere spodestati nel tempo o, comunque, essere facilmente sostituibili con quelli dei competitor; se, però, il brand rappresenta un’emozione e un ideale, può ottenere la fidelizzazione del cliente che, più del prodotto in sé, sceglie di sposare la sua filosofia. 

Il segreto quindi? Fare del proprio brand il prodotto di punta

5 best practice per differenziarsi dai competitor

differenziarsi dai competitor

In un modo o in un altro, tutte le aziende comunicano: differenziarsi e trasmettere la propria personalità, senza cadere in cliché, è quindi di vitale importanza. Per evitare di veicolare un messaggio fuorviante, apparire come non si è, o semplicemente restare anonimi, bisogna però mettere in pratica delle strategie ben precise. 

Ecco allora qualche suggerimento su come differenziarsi dai competitor

1. Costruire una strategia di posizionamento 

Il posizionamento è un riflesso nella mente dei clienti che permette a un’azienda di essere percepita con delle caratteristiche distintive rispetto alle altre. 

Può essere considerato come il valore fondamentale che definisce la brand identity: un concetto di marketing nel quale vengono individuate le attività utili affinché l’identità di un’azienda risulti chiara e riconoscibile. 

Si tratta di una combinazione di elementi tangibili e non (naming, logo, payoff, offerta, punti di forza e così via) che concorrono a creare l’immagine, in senso esteso, di come la marca viene percepita e riconosciuta dalle persone.

Quello su cui puntare maggiormente sono quindi i tuoi punti di forza: quali sono gli aspetti in cui puoi essere il migliore? La politica di reso, il servizio clienti, la qualità dei materiali? Stabiliscili e mettili in risalto. 

2. Studiare un brand storytelling su misura per te

Cosa c’è di più unico della tua storia? 

Raccontarla è ciò che ti permetterà di distinguerti dai competitor in modo netto e di veicolare i valori del tuo brand.

Nel marketing, fare brand storytelling significa proprio comunicare ed emozionare attraverso la narrazione, che diventa uno strumento di visibilità e differenziazione, indispensabile per costruire il posizionamento di cui abbiamo parlato nel punto precedente. 

Attraverso lo storytelling, non solo racconterai chi sei e cosa fai, ma soprattutto come e perché, per arrivare al pubblico e stimolare un determinato desiderio.

3. Definire il tone of voice della tua azienda 

Per la creazione di testi che concorrono a fare storytelling e a creare un contatto con il pubblico, è necessario individuare un adeguato tone of voice.

Questo rappresenta la forma con cui un’impresa, attraverso la scrittura, comunica e interagisce con i propri clienti. Come gli aspetti visivi, il tone of voice, deve essere coerente con la personalità del brand, che viene così “umanizzato”. 

Si può scegliere di usare dei toni più freddi, istituzionali e professionali, oppure dei toni più caldi, amichevoli e colloquiali. Tutto dipende dagli aspetti legati al brand, al pubblico, ai competitor e alle situazioni che prevedono l’interazione. 

Per far “ascoltare la tua voce”, puoi servirti anche delle digital PR online, che permettono di differenziare il marchio sul web,  promuovendolo con contenuti ad hoc, veicolati attraverso delle fonti autorevoli. 

4. Curare gli aspetti visivi del brand

Hai mai sentito parlare di brand design? Per capire quanto gli elementi visivi siano importanti nel differenziarsi dai competitor, basti pensare che i grandi brand, grazie ad un posizionamento solido nel mercato, riescono a rendersi riconoscibili anche senza specificare il nome: chi non riconoscerebbe la Apple anche solo dalla mela, o la Nike dallo swoosh?

Tra gli elementi che compongono l’identità visiva troviamo il logo, i colori, i caratteri tipografici e le icone. 

5. Imparare dall’esperienza

Nel marketing nulla è per sempre. 

Il tempo permette di confrontarsi con i propri clienti, i competitor, ma anche ad apprendere dalla propria esperienza, aggiustando il tiro ogni volta che occorre. 

Può addirittura essere necessario passare attraverso una fase di rebranding, un processo che consente di trasformare la propria brand identity per adattarsi a nuovi scenari competitivi o al cambiamento del panorama in cui si opera, oppure rinnovare il proprio business per raggiungere un target diverso. 

(Qui ti raccontiamo come abbiamo ideato e gestito il rebranding di MGvision!).

D’altronde, è importante la coerenza in ogni parte dell’attività, ma ad una crescita o trasformazione del business, deve corrispondere un’evoluzione che può coinvolgere gli elementi più caratteristici del marchio, o solo alcuni specifici. 

Rivolgiti a MGvision per rendere unica la tua azienda!

Ora che sai come differenziarti dai competitor e quanto possa essere impegnativo sotto molti punti di vista, valuta la possibilità di affidare la costruzione del tuo brand, o la delicata fase di rebranding, a degli esperti di marketing come noi di MGvision.

Il nostro è un team multidisciplinare, composto da professionisti in grado di analizzare il tuo brand,  capire come posizionarlo nel mercato rispetto ai competitor, per poi delineare la migliore strategia di differenziazione.

 

Perché passare a Google Analytics 4 il prima possibile

Fare l’upgrade o aspettare? Ecco come e perché passare a Google Analytics 4 ora

Ogni strategia di web marketing che si rispetti deve prevedere l’utilizzo di un tool di analisi che, grazie a strumenti specifici, consenta di tracciare e misurare il traffico degli utenti e il loro comportamento, quindi di monitorare visite, conversioni e molto altro.

A tal proposito, come forse già saprai, è in atto una piccola rivoluzione: Google Analytics (GA3), uno dei più diffusi ed efficaci strumenti di tracciamento, verrà gradualmente soppiantato dalla nuova versione già disponibile di Google Analytics 4 (GA4), smettendo di registrare le informazioni a partire dal 1° luglio 2023.

Il tempo a disposizione per passare a Google Analytics 4 però, è davvero poco! Infatti, i vecchi dati statistici non potranno essere importati nella nuova versione e saranno consultabili solo per un periodo di tempo limitato e poi andranno persi definitivamente.

Ecco allora tutto ciò che devi sapere per effettuare la transizione per iniziare a utilizzare questa nuova console, indispensabile per monitorare insights e statistiche in tempo reale e fare le dovute valutazioni.

Cos’è Google Analytics 4 e come funziona?

Google Analytics 4 sta sostituendo Universal Analytics (GA3) ed ora è il tool di default per ogni nuova proprietà Google Analytics, in grado di tracciare e misurare il traffico degli utenti e il loro comportamento su siti web e app.

GA4 è gratuito, anche se ha dei limiti in termini di collezione dati e configurazione. Nello specifico, GA4 è progettato per le soluzioni di misurazione del futuro, in quanto:

  • Raccoglie i dati del sito web e dell’app per comprendere meglio il percorso del cliente.
  • Utilizza gli eventi anziché i dati basati sulle sessioni.
  • Include controlli per la privacy come la misurazione senza cookie e la definizione di modelli comportamentali e delle conversioni.
  • Possiede funzionalità predittive che offrono indicazioni senza modelli complessi.
  • Analizza le integrazioni dirette alle piattaforme multimediali che contribuiscono a incentivare le azioni.

Quali sono le novità rispetto a GA3?

Quali sono le novità rispetto a GA3?

Google Analytics 4 elabora i dati e sviluppa report secondo logiche molto diverse da GA3.

  1. Struttura interna

    GA3 si basa sulle sessioni di navigazione e sulle visualizzazioni di pagina (pageview), con la possibilità di configurare e monitorare altri tipi di interazioni (hit), secondo i modelli predefiniti. Questa categorizzazione rappresenta un limite per i tracciamenti, che spesso necessitano di interventi manuali per recuperare i dati e creare report significativi.

    Google Analytics 4, invece, è ideato proprio con l’obiettivo di superare tali limiti grazie a una struttura molto flessibile, nella quale tutti i tipi di interazione degli utenti sono considerati eventi e posti sullo stesso piano. Il sistema di tracciamento dell’utente è stato infatti perfezionato per poterlo analizzare lungo tutto il percorso di navigazione.


  2. Personalizzazione

    Sebbene in questo momento sia disponibile una selezione ridotta di rapporti preconfigurati, una delle caratteristiche più rilevanti di GA4 è la personalizzazione. Potrai realizzare report specifici sulla base delle tue esigenze scegliendo di partire da modelli predefiniti, oppure da zero con una personalizzazione totale dei report, oltre che consultarli in qualsiasi momento.


  3. Privacy degli utenti

    Inoltre, rispetto a GA3, molte interazioni non richiedono più modifiche al codice di monitoraggio per essere tracciate, una semplificazione resa necessaria anche dalla rinnovata attenzione delle autorità in tema di privacy; al centro di questo nuovo modello, infatti, non ci sono più gli utenti, ma i comportamenti (aggregati di eventi) che è possibile tracciare in modo più completo.

    Inoltre, l’anonimizzazione degli indirizzi IP in Google Analytics 4 non sarà necessaria, poiché gli indirizzi IP non verranno registrati né archiviati.

Perché installare Google Analytics 4 subito?

Perché installare Google Analytics 4 subito?

Non è solo importante passare a Google Analytics 4, ma anche farlo il prima possibile.

Dal 1° luglio 2023 Google Analytics 3 smetterà di funzionare, ma i dati pregressi saranno consultabili solo per un breve lasso di tempo (probabilmente 6 mesi) e poi andranno persi in modo definitivo.

Inoltre, i dati di Universal Analytics non sono esportabili su GA4 e, quindi, non sarà possibile fare dei confronti!

È consigliabile, quindi, procedere al più presto all’installazione di Google Analytics 4 sul proprio sito per iniziare a raccogliere dati importanti e creare uno storico di almeno un anno.

Ecco le scadenze di Google Analytics 4:

  • dal 1° luglio 2023 Universal Analytics smetterà di ricevere ed elaborare dati.
  • fino al 1° gennaio 2024 (dunque per 6 mesi), sarà ancora possibile consultare in sola lettura le property di Universal Analytics. I report si fermeranno al 30/06/2023.
  • dal 1° gennaio 2024, le property di Universal Analytics verranno definitivamente cancellate.

Ora tocca a te! Come passare a GA4 con MGvision

Ora che sai cos’è Google Analytics 4 e quant’è importante configurarlo in tempi utili per creare uno storico indispensabile a fare analisi e confronti sul tuo sito web o app, valuta la possibilità di affidare l’upgrade del tuo tool di analisi a degli esperti del settore come noi di MGvision: il nostro team sarà in grado anche di analizzare i dati e ottimizzare le tue strategie di web marketing per incrementare le conversioni e il fatturato del tuo business.

Blog

Le nostre guide


Vuoi discutere il tuo nuovo progetto?

Parlano di Noi


  • Il Sole 24 Ore
  • Financial Times
  • Millionaire
  • Ansa
  • Adnkronos
  • Milano Finanza
  • Engage.it
  • Affaritaliani.it
  • Notizie.it
  • Virgilio